IL MARTEDI’ NERO DI CLAUDIO LOTITO, IL PATRON MULTI… CONTESTATO

Da Salerno a Roma, da Sarnano ad Auronzo di Cadore: cambiano luoghi e protagonisti, ma non cambia la sostanza. Il mercato fa storcere il muso ai tifosi granata e a quelli laziali, a Castori come ad Inzaghi. Al centro della scena c’è sempre lui, Claudio Lotito, aspirante senatore e, ormai da tempo, uomo di potere in Figc e Lega Calcio. Il patron sta subendo, e non da ora, la contestazione della tifoseria granata, che si è spinta fino a Formello e a Coverciano per far sentire la sua voce. Lotito è finito nella bufera, ma non solo per il suo modo di fare. Il nocciolo della questione è la multiproprietà, sempre più indigesta ai tifosi granata ma anche a quelli del Bari, che, a loro volta, se la prendono con De Laurentiis. I due patron stanno provando a darsi una mano sul mercato, ma per ora l’affare Tutino pare in salita e l’intromissione dell’ambizioso e ricco Lecce potrebbe farlo saltare. Anche perchè la Salernitana non vorrebbe prendere tre calciatori al posto di uno, visto che De Laurentiis libererebbe Tutino solo se Lotito accettasse a corredo anche Kupisz e Schiavone, entrambi noti a Castori che avrebbe avallato solo l’ingaggio del polacco. Quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un martedì nero per il mercato granata e per Claudio Lotito che ha incassato pure lo striscione esposto all’esterno della Curva Nord dell’Olimpico dai tifosi laziali che chiedono una squadra all’altezza dell’impegno in Champions. La Lazio ieri ha battuto in amichevole il Padova degli ex granata Vannucchi e Ronaldo, quest’ultimo ipnotizzato dal dischetto da Pepe Reina, che sarà chioccia in biancoceleste di altri due ex granata, Strakosha e Adamonis, che hanno da poco salutato Guerrieri, approdato a titolo definitivo e con contratto biennale alla corte di Castori. Nel test amichevole disputato ieri dalla squadra di Inzaghi sono scesi in campo anche Luiz Felipe, ormai perno della difesa laziale e finito nel mirino del Leeds di Bielsa, ed anche i due Anderson, Kiyine ed Akpa Akpro, ultimo esempio della strategia di Lotito e Tare che, in attesa di decidere in merito al futuro di Dziczek, si godono i frutti maturi della semina fatta a Salerno. Strakosha e Luiz Felipe erano a digiuno di esperienza tra i professionisti e si sono fatti le ossa a Salerno, Kiyine aveva bisogno di giocare con continuità dopo la stagione in chiaroscuro in massima serie col Chievo, mentre Akpa Akpro era da testare fisicamente dopo i problemi accusati in Francia. Salerno per loro è stata una grande opportunità perchè hanno potuto giocare con continuità, peraltro sotto la guida di un tecnico esperto come Ventura, cimentandosi con un campionato di discreto livello. Piuttosto che allenarsi senza quasi mai giocare con la squadra di Inzaghi, una o più stagioni in una piazza calda come Salerno valgono oro perchè restituiscono alla casa madre calciatori temprati e rodati, così che i soldi spesi per strappare Kiyine al Chievo o i tre milioni, che rappresentano la valutazione di Akpa, sono investimenti già ampiamente ripagati. E pazienza se per Casasola l’esperimento non è andato a buon fine, ma il rischio era calcolato o, meglio, l’operazione era in qualche modo obbligata perchè il bilancio della Salernitana andava comunque sistemato con una plusvalenza sulla falsariga di Sprocati. Morale della favola, a metà della seconda ed ultima settimana di ritiro, Castori continua a doversi arrangiare, al punto da aver schierato due portieri come giocatori di movimento per poter provare qualche schema. Complicatosi Tutino, pare sia saltato Calò che il Genoa alla fine darà in prestito, ma non alla Salernitana che dal Grifo, cui ha chiesto aiuto per risolvere la grana Micai, dovrà accettare due pedine di rincalzo come Curado e Dalmonte, non certamente due rinforzi di prima mano. Sarebbe stato diverso se dal Genoa fossero arrivati, oltre a Calò, Jaroszjnski, che in granata si è sicuramente rivalutato, o l’emergente Charpentier, destinato alla Reggina. Quando si parla di prestiti, la questione è ancor più semplice: un calciatore accetta la destinazione di buon grado se incentivato economicamente ed anche se ha la consapevolezza di competere per un traguardo importante. La Salernitana resta sempre un passo indietro rispetto al Lecce di turno perchè, forse, non riesce a motivare nella maniera giusta i calciatori che tratta. Eppure, Salerno è sempre stata una piazza ambita, l’Arechi uno stadio da brividi e, stando ai dati ufficiali diffusi, il monte ingaggi granata è tra i più alti della B, al netto dei paracadute. Ed allora, cosa c’è che non va? La multiproprietà ha ormai stancato i tifosi e, forse, insinua dubbi anche nella testa dei calciatori. Non si mette in discussione la serietà e la solidità della proprietà, ma la reale consistenza del progetto sportivo che è quello che alla fine conta. E fa la differenza.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto