Un ricordo che brucia, ma anche un monito per la gara di domani. Il pareggio raggiunto dal Frosinone nella gara di andata all’Arechi fu la logica conseguenza di una partita che i granata non seppero chiudere, nonostante un gol ed un uomo di vantaggio, ma anche la spia di una immaturità della formazione di casa che davanti ai suoi tifosi mancò l’occasione per issarsi da sola in vetta alla classifica. La paura di vincere, le vertigini da primato, la mancanza nel momento decisivo di un calciatore che desse la stoccata definitiva ai ciociari, rimasti in dieci e costretti a sbilanciarsi per ritrovare la parità. Un’occasione mancata per la Salernitana ed anche per Alessio Cerci, mandato in campo nella ripresa da Ventura proprio per dare qualità ed esperienza, armi importanti da sfoderare nel finale di gara contro un avversario di spessore, ma comunque spalle al muro. Ed invece Cerci quella domenica pomeriggio deluse, recitando il ruolo di intruso, dando l’impressione di essere un corpo estraneo non solo in relazione ai compagni ma anche alla partita stessa, incapace come fu di calarsi mentalmente e fisicamente nel clima dell’evento agonistico in sé, per nulla in grado di scattare come ai bei tempi, ma nemmeno di difendere palla o di contrastare gli avversari. Anzi, furono proprio alcuni falli commessi dall’ex Toro a propiziare le azioni più pericolose degli ospiti, che, ridotti in dieci, solo su palla inattiva potevano sperare di impensierire Micai. Un girone dopo, la Salernitana ritrova il Frosinone ma non ha ancora trovato il miglior Cerci, sparito dai radar dopo l’infortunio in allenamento rimediato a fine novembre per poi fare qualche semplice comparsata tra i convocati, ma non ancora in grado di incidere come sarebbe stato lecito sperare. Da tempo, oramai, Ventura si è ripromesso di non mettere fretta al calciatore, ma resta il mistero circa i motivi del suo soggiorno salernitano, visto che, pur volendo riconoscergli le attenuanti del caso e sapendo che era reduce da stagioni con poco campo e tanti problemi, era comunque lecito attendersi qualcosa in più sul piano dell’apporto in termini di carisma e qualità. D’ora in avanti comincia la fase cruciale della stagione e Ventura vorrebbe poter contare anche sul suo pupillo che ha lavorato duro negli ultimi tempi, stando almeno alle parole del tecnico, e che, però, non ha ancora dato quei segnali che da uno come lui inevitabilmente ci si aspettava. A gennaio, la Salernitana ha deciso di non rinunciarvi, ma questo ha precluso la possibilità di ingaggiare una punta che fosse pronta ed utile nell’immediato. Ora, però, per il club, per Ventura e per Cerci è il momento di uscire dagli equivoci e di mettere da parte parole di circostanza e buoni propositi. Ora è il momento di dimostrare che l’attesa lunghissima non è stata vana.
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