IL SOLITO “TAFAZZISMO” DEL PD

Se il vice segretario del partito democratico Guerini ammette candidamente, serenamente che bisognava controllare con maggiore attenzione la compilazione delle liste alleate del PD per le prossime regionali in Campania è di tutta evidenza che un problema c’è. In fondo era stato lo stesso De Luca, principale obiettivo delle contestazioni interne del partito, a dire di non votare certe persone, dunque si può ben sostenere che Saviano, in fondo, non l’aveva sparata grossa come si era detto nell’immediatezza dello sfogo dello scrittore. Sfogo “tafazzista” di Gurini, qualcuno, però, preferisce parlare di outing.  “Mi interrogherei su come nascono e prosperano queste esperienze – ha dichiarato Guerini – se sono nate per coinvolgere la società politica nell’impegno politico ma oggi, in alcuni casi, corrono il rischio di diventare altro. O tornano allo spirito iniziale o queste formazioni possono dare la sensazione di esser solo contenitori di pacchetti di voti”. Un conto sono le liste, le liste alleate, collegate, più volte tirate in ballo da avversari e militanti stessi, un altro è la posizione di De Luca. Sotto quest’aspetto, il PD si sta sforzando di operare un netta e precisa distinzione. Ci sarebbero, e’ vero, impresentabili in alcune liste, vuoi per tradizione culturale, vuoi per problemi personali, ma che non si confondano certe situazioni con la vicenda che interessa da vicino il candidato Governatore, costantemente alle prese con il fantasma della Severino. Altro ancora è poi l’accordo con l’UDC, sotto quest’aspetto, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno anche il PD di Renzi ha benedetto l’accordo. Guerini sul punto non ammette discussioni. “L’Udc – ha dichiarato il vice segretario del PD – condivide l’esperienza nazionale e abbiamo fatto accordi anche in altre realtà regionali. In Campania è un accordo maturato in extremis e quindi sconta un po’ il pieno coinvolgimento degli organismi dirigenti. Ma non è sicuramente un accordo innaturale”.

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Autore dell'articolo: Marcello Festa