INZAGHI PREPARA L’ALBERO DI NATALE –

La sua prima Salernitana sarà ad albero di Natale. Pippo Inzaghi ha giocato tante volte con questo modulo quando sulla panca del Milan c’era Carlo Ancelotti e conosce bene pregi e difetti del 4-3-2-1, che, stando alle prove di questi giorni, sarà il primo abito scelto dal neo tecnico granata per la sua nuova squadra. Il 4-3-2-1 è un adattamento del 4-3-3, il modulo che Inzaghi ha spesso utilizzato a Reggio Calabria. Con Candreva e Cabral, bravi sia a giocare sulla fascia sia a stringere verso il centro, la Salernitana potrà interpretare lo spartito con delle fisiologiche variazioni sul tema e, in caso di necessità, cambiare anche pelle. Inzaghi sa che bisognerà lottare su ogni pallone contro un Cagliari che non sta messo certo meglio della Salernitana e che sarà animato dalla stessa voglia di invertire la rotta. Squadre affamate di punti, consapevoli dell’importanza della posta in palio e, pertanto, poco propense a concedere qualcosa allo spettacolo: sembra questo lo scenario in cui ci si muoverà domenica in un Arechi che faticherà a toccare quota ventimila spettatori. La scelta di Inzaghi è chiara. Difesa a quattro e centrocampo a tre per provare a trovare equilibrio tra le due fasi di gioco. Rientrati alla base quasi tutti i nazionali, l’ultimo sarà come sempre Ochoa, Inzaghi dovrà decidere se puntare su terzini di ruolo o se avvalersi di almeno un difensore più bloccato su una delle due corsie laterali. Gyomber, Lovato, Fazio, Bronn, Pirola, Daniliuc si giocheranno due maglie al centro della retroguardia. Sambia, Bradaric e Mazzocchi sono i terzini che si dovrebbero in teoria giocare le due maglie per le corsie difensive, a meno che non ci sia una soluzione tendente ad una maggiore copertura. In mezzo al campo Bohinen sarà il perno della mediana ed avrà in Coulibaly uno dei suoi angeli custodi. Martegani potrebbe agire da mezz’ala per dare propulsione offensiva ed imprevedibilità alla manovra. Maggiore è l’alternativa. In avanti, Candreva e Cabral dovrebbero giocare a supporto di Boulaye Dia.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto