JALLOW SFOGO SUL WEB: “NON C’E’ FEELING CON I TIFOSI”

Una diretta-fiume. Lamin Jallow si sfoga sul web. Per due ore intere l’attaccante gambiano ha manifestato il suo stato d’animo su Instagram. Davanti al Tablet, collegato con il suo Paese, il calciatore della Salernitana riavvolge il nastro, mette in fila ricordi, retroscena, fatti. E fattacci. L’insulto isolato e razzista, subito durante la sfida casalinga al Crotone del 15 dicembre, non è acqua passata: Jallow non dimentica. «Dal settore sotto il quale giocavo – ricostruisce – un tifoso mi ha urlato “negro di m…a”. Perdevamo 1-0, ho fatto 1-1, abbiamo vinto 3-2. Ho risposto “stai zitto”.  A fine gara sarebbe stato normale un confronto, è un diritto del tifoso, ma non l’insulto. Ero furioso. Il giorno dopo ho chiesto scusa». Poi Jallow fissa il Tablet e aggiunge: «They force me». Dice che lo hanno costretto a farlo.

Il passaggio non sfugge a tifosi di ogni lingua e nazionalità, collegati in diretta, che gli chiedono di chiarire. Non sfugge ai supporter della Salernitana, subito in pressing. «A gennaio ho detto alla società “fate quello che volete”, ho detto che ero pronto ad andare, perché non c’era più feeling con i tifosi”. Il suo procuratore, l’avvocato Luigi Sorrentino si era già espresso nel recente passato. «non ha più molto senso restare». Dove andrà Jallow? Glielo chiedono e non dribbla. Risponde da fervente musulmano: «La prossima squadra la decide Allah». Non è l’unico momento frizzante della sua lunghissima diretta social. Dopo aver ricordato i trascorsi al Cesena, al Cittadella, al Trapani – club ai quali ha pensato molto in questi giorni ricordando i gol con i romagnoli, la storica promozione in B dei veneti e l’anniversario di fondazione dei siciliani – Jallow ha svelato i retroscena di mercato, il passaggio alla Salernitana. Estate 2018-2019, il suo racconto comincia così: “Dopo un viaggio a Stoccolma con la famiglia, ritornai in Gambia. Nel frattempo mi prospettavano la Sampdoria ed io iniziavo a sognare la Serie A, il sole e il mare di Genova. Il Chievo mi mandò il contratto in Gambia. Chiesi di non tornare al Chievo, lì non avrei giocato. Mi risposero: “Tranquillo, vai alla Salernitana”. La Salernitana? Io non conoscevo questo club. Poi mi hanno spiegato che Lotito, presidente della Lazio, era anche il proprietario della Salernitana». Se non avesse fatto il calciatore, «avrei fatto il pallavolista», risponde. La diplomazia dovrà acquisirla con il tempo e gli servirà, perché «in futuro – svela – quando non giocherò più, voglio aprire un’accademia di calcio in Gambia per i bambini e voglio diventare un uomo d’affari». L’attaccante chiude, però, con messaggi d’amore: «Salerno è una bella città, la amo. Forza Salerno».

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta