Era inevitabile che accadesse. Era solo questione di tempo ma la visita della guardia di finanza agli uffici Comune di Salerno era attesa. Gli uomini delle Fiamme gialle sono stati ricevuti dal dirigente Luca Caselli dell’ufficio Ambiente Motivo per acquisire documenti sull’impianto di compostaggio della zona industriale gestito fino a poco tempo fa dalla Daneco, l’impresa che ha anche costruito l’impianto. I finanzieri hanno sequestrato numerosissime carte per ripercorrere tutta la storia, da quelle relative al progetto originario ai documenti preparati per la stesura dei bandi di gestione, fino alle più recenti come la revoca dell’appalto alla ditta, decisione questa adottata dallo stesso comune di Salerno poche settimane dopo la relazione dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) dove si mettevano in luce diverse criticità relativamente all’impianto, tali da ipotizzare danni erariali e reati ambientali. In quella relazione si muovevano precise osservazioni e critiche alle procedure, si evidenziava che il rifiuto smaltito era da considerarsi indifferenziato e non frazione organica rifiuti solidi urbani, si invitava ad un controllo in merito al lavoro svolto da Salerno Pulita e ancora ad una verifica sui compensi dei componenti la commissione di collaudo. Cronologicamente, recepito la relazione dell’Anac, fu la Regione Campania a revocare l’Aia (autorizzazione di impatto ambientale) alla Daneco fino ad arrivare, agli inizi di novembre, alla decisione del Comune di revocare l’appalto a causa di una serie di inadempimenti rilevati in una serie di sopralluoghi. Intanto va anche chiarito che l’impianto di compostaggio continua a funzionare, la gestione è stata affidata in via temporanea alla municipalizzata Salerno pulita in attesa di emanare un nuovo bando e trovare un nuovo gestore privato che si occupi dell’impianto. Ovvio che il blitz della Guardia di Finanza e l’acquisizione di documenti allo stato metta tutto in discussione.
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