L’APPLICAZIONE DEL MODELLO DIR-FLOOR TIME NEI PAZIENTI CON DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO

Prende il nome di modello DIR-FLOOR TIME – presentato negli Stati Uniti da Stanley I. Greenspan e Serena Wieder – e rappresenta un programma di intervento globale basato su un approccio evolutivo-relazionale rivolto a persone con Disturbi del Neurosviluppo.
Realtà presente presso il Renzullo Centro di Riabilitazione, a parlarne è la dottoressa Eleonora Tedesco, neuropsicomotricista, esperta nei Disturbi del Neurosviluppo.
Le componenti principali del modello sono racchiuse nella sua sigla: Developmental, Individual-difference, Relationship-based model. “Developmental”, ovvero evolutivo, in relazione al livello di sviluppo raggiunto dal bambino (presso il Centro sito in Sarno sono proprio i piccoli pazienti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico i destinatari di questo approccio terapeutico). A tal proposito, sono sei i livelli di sviluppo: regolazione ed interesse per il mondo, coinvolgimento e relazione, intenzionalità e comunicazione a due vie, problem solving sociale, creazione di ponti tra idee e pensiero logico-simbolico.
Per “individual difference” si intendono le differenze individuali e riguardano le modalità uniche con cui ciascun bambino elabora le informazioni (su questo punto avviene un’attenta analisi del profilo di elaborazione degli imput sensoriali e motori ponendo attenzione sulla reattività dei vari sistemi sensoriali, sulla processazione sensoriale e sul sistema motorio – pianificazione motoria, organizzazione spaziale e tono muscolare- ).
Infine, “relationship based”, il cui significato sta tutto nelle fondamenta relazionali e nel ruolo dell’affettività, fulcro del processo di apprendimento:
“Il DIR – esordisce la dottoressa Tedesco – attribuisce un’importanza topica al processo relazionale che, nella terapia rivolta a bambini con Disturbo dello Spettro Autistico, non può che esplicarsi mediante il coinvolgimento attivo dei genitori. Sono loro, insieme al proprio bambino, i protagonisti all’interno del setting riabilitativo, sia perché rappresentano il punto di riferimento e le relazioni privilegiate per il bambino sia perché è all’interno di questa diade che si possono costruire degli scambi interattivi ad alto significato emotivo”.
“Il terapista – continua la dottoressa Tedesco – funge da mediatore alla relazione genitore- bambino, fornendo all’interno delle interazioni, indicazioni e strumenti al genitore su come sintonizzarsi al meglio con il proprio bambino, aiutandolo a leggere, supportare e sostenere lo sviluppo individuale. Questo aiuta il genitore a comprendere meglio ciò che accade, incontrare il bambino al suo livello, nel pieno rispetto del suo profilo e delle sue caratteristiche. Il terapista non rappresenta il modello da imitare, ma è il genitore che, facendo appello alle proprie caratteristiche, impara a modellare una strategia tanto personale quanto efficace, ponendo costante attenzione al bisogno del bambino e modulando le corrette distanze corporee, timbro di voce e velocità di eloquio – aspetti essenziali per favorire la regolazione e la relazione”.
Solitamente le sessioni vengono videoregistrate ed il confronto costante tra terapista e genitore si sviluppa proprio in seno allo studio del profilo del piccolo e all’atteggiamento più efficace da imparare ad adottare.
Spesso ci si riferisce al modello Dir con il termine Floortime (tempo passato sul pavimento). Esso rappresenta una delle componenti del programma di intervento ed è finalizzato alla creazione di interazioni educative emotivamente significative che incoraggino l’acquisizione delle sei abilità evolutive di base. All’interno delle interazioni è importante sostenere l’iniziativa del bambino, unirsi al suo gioco, aiutarlo a realizzare quello che vuol fare ampliando la sua idea, nonché riconoscere e dare significato alle emozioni.
Il modello DIR costituisce quindi un metodo di analisi che consente di compiere delle valutazioni e di pianificare programmi di trattamento che soddisfino in modo specifico i bisogni di ciascun bambino con un Disturbo del Neurosviluppo.

Autore dell'articolo: Redazione