LE FONDERIE, DOVE LE METTO? –

Le fonderie dove le metto? Assodato che lo stabilimento andrà delocalizzato e che l’operazione non avrà tempi brevi, è caccia al sito giusto, quello capace di contemperare le esigenze di tutti: istituzioni, proprietà, lavoratori e comunità. Non è impresa facile ma occorre centrare il target altrimenti le conseguenze saranno inimmaginabili. Per il momento si contano soltanto secchi e perentori rifiuti. Non è possibile delocalizzare le Fonderie nell’area dell’ex Pennitalia originariamente individuata ma altrettanto rapidamente bocciata, all’epoca, parliamo di un anno fa, dall’amministrazione comunale di Salerno. Più a sud il PD di Pontecagnano ha chiesto un Consiglio Comunale per manifestare il proprio dissenso all’ipotesi di uno spostamento della fabbrica nel proprio territorio. Secondo Giuseppe Lanzara non si possono non accogliere le numerose istanze dei residenti che chiedono un impegno nella direzione della tutela dell’ambiente e della salute. La situazione in cui versa il comune picentino è già grave, come attesta la capillare presenza di impianti come cementificio, sito di tritovagliatura, impianto di depurazione, inquinamento dei corsi d’acqua e degli argini dei fiumi, criticità della viabilità, discariche non bonificate. In precedenza aveva già risposto picche il comune di Giffoni Valle Piana, addirittura sulla questione pende un giudizio dinanzi al Consiglio di Stato, comune che pure inizialmente aveva manifestato un certo interesse. Stanno, invece, già alzando le barricate i comuni dell’area del cratere, in particolare quello di Buccino dove, peraltro, è già presente una zona industriale, peraltro fantasma in diversi siti, dove la delocalizzazione delle Fonderie avrebbe potuto garantire ancora una buona leva occupazionale. Niente da fare anche a Buccino hanno detto no. A creare ulteriore allarme provvede, poi, la costante opera degli attivisti che presidiano le aree circostanti le Fonderie. E’ di ieri questo report immagini e foto che documenta una inquietante macchia rossa presente nel corso d’acqua che costeggia lo stabilimento di Fratte, un ulteriore colpo alle aspettative di tutti.

Autore dell'articolo: Marcello Festa