LOMBARDI KO, STRAPPO E STAGIONE A RISCHIO

La diagnosi peggiore. Quella che nessuno avrebbe voluto leggere e/o ascoltare.  Cristiano Lombardi finisce in infermeria e rischia di rimanerci per tanto, troppo,  tempo. Almeno due mesi. Strappo e stagione praticamente finita per il cursore di fascia infortunatosi lunedì sera al Bentegodi di Verona contro il Chievo. Gli esami diagnostici hanno riscontrato una lesione di grado elevato (che tradotto in parole povere significa di terzo grado) alla coscia. Il cursore di fascia ne avrà per almeno due mesi dicono gli esperti. Poi il resto dipenderà dalla reazione – che è soggettiva – del paziente durante la fase di riabilitazione.

Turnover obbligatorio. Dunque. Domenica pomeriggio contro il Livorno, Ventura deve fare la conta dei superstiti. Non solo la sconfitta al Bentegodi, i granata pagano dazio nella città di Giulietta anche per tre giocatori infortunati (forse due, ma dipenderà dall’esito delle indagini strumentali programmate domani per Cicerelli) che il tecnico granata ha atteso, recuperato e trasformato in protagonisti della «terra di mezzo».

Cicerelli si è fermato (noie al ginocchio, problema articolare e tendineo oggi gli esami); Akpa sarà squalificato e Lombardi ha pianto per il dolore. Le immagini hanno fatto il giro della città e certificano quanto l’esito della risonanza ha sancito oggi. Lombardi è caduto a terra, ha indicato il flessore della coscia sinistra, ha mimato qualcosa che si rompe, ha lasciato lo stadio di Verona con il plaid sulle ginocchia, seduto sulla sedia a rotelle. La Salernitana perde il suo calciatore più in forma. La lesione muscolare è cosa certa.

Ieri, nell’albergo che ha ospitato la squadra impegnata nella seduta di «scarico» in Veneto, il calciatore ha riposato ad oltranza e poi ha cominciato lentamente a camminare appoggiandosi alle stampelle. Lui non è salito con la squadra sull’aereo decollato alle ore 18.05 da Verona con arrivo all’aeroporto di Napoli Capodichino alle 19.30 ma la Salernitana gli ha fatto guadagnare tempo sulla tabella di marcia, così da risparmiargli attesa e sofferenza e ha organizzato per lui un rientro differenziato, in treno, accompagnato dal fisioterapista Michele Cuoco.

 

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta