MENICHINI PREPARA LA LISTA DELLA SPESA

E’ l’unico certo di una riconferma, forte di un rinnovo che è scattato in automatico a salvezza ottenuta e ratificato dalle stesse parole del co-patron Claudio Lotito. Leonardo Menichini ha già in testa la Salernitana che verrà. Sa che potrebbe allenarla in ritiro a San Gregorio Magno e vorrebbe avere a disposizione un gruppo composto da un mix di giovane, dinamici ed esperti. Per farlo, però, il tecnico di Ponsacco aspetta di confrontarsi con Lotito e Mezzaroma per capire quali margini di manovra possa avere. Dalla risposta della proprietà non dipenderà la permanenza dell’allenatore toscano, intendiamoci. Ma gli obiettivi del club. Dopo aver accettato e vinto la sfida salvezza, infatti, Menico intende beneficiare della clausola di rinnovo automatico, a prescindere dalla fatidica asticella.

Presenterà comunque la lista della spesa. I desiderata, insomma, osservando il gruppo in ritiro per poi fissare l’obiettivo stagionale con dichiarazioni chiare ed inequivocabili. Nelle intenzioni di tutti, le ambizioni saranno da vertice – è il minimo, dopo un campionato di stenti – e la proprietà è disponibile ad ulteriori investimenti.

Per ambire al vertice in B ci servono piedi buoni, polmoni, entusiasmo. In testa – e magari in lista – Menichini avrebbe qualche giocatore del Cittadella, la squadra dei miracoli che ha demolito il Benevento e messo paura al Verona nella finale per la serie A: Schenetti ha l’inventiva, Moncini i gol nei piedi, Adorni è una sicurezza e poi Branca.

Piaceva e tanto anche Settembrini, ma l’infortunio lo ha di fatto escluso dalla lista dei papabili. Se non fosse possibile prenderne neppure uno l’allenatore non perderebbe di vista in ogni caso questo modello veneto, cioè una squadra «fresca», tonica, resistente, che corra sempre, in tutti i mesi dell’anno. Insomma una squadra fatta non tanto di nomi altisonanti, ma costruita con una determinata ratio.

Il tecnico proverà a ribadirlo nell’imminente incontro fissato a Villa San Sebastiano con Lotito. Il problema più grosso è lo zoccolo duro attualmente a busta paga con 15 addirittura 20 elementi, tutti con contratti robusti, difficili da «spostare» durante il calciomercato. Menichini, invece, ripartirebbe da pochi «superstiti» che si contano sulle dita di una sola mano. Micai, Mantovani, Di Tacchio, il pretoriano Odjer e il granatiere Djuric. Magari con qualche aggiunta come Pucino, Akpa e Orlando. Con Lotito, però, è difficile imbastire un discorso del genere: l’imprenditore capitolino ha un’idea di calcio per cui l’allenatore non propone, ma allena i giocatori che la società gli mette a disposizione. Nel caso della Salernitana c’è poco da proporre: contratti alla mano, la squadra è già mezza abbozzata. Si tratta della squadra che si è salvata ai calci di rigore. Menichini avanzerà in ogni caso le proposte, presenterà la lista della spesa funzionale ad un progetto tattico che poi dovrà essere sostenuto da un nutrito staff: Massimo D’Urso, il suo vice, un preparatore atletico e forse un altro collaboratore. Menichini avanzerà le sue proposte, ma accetterà comunque a prescindere per poi dichiarare urbi et orbi obiettivi ed ambizioni della Salernitana che verrà.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta