Due ingressi, tre uscite, una maxi plusvalenza che sul piano squisitamente tecnico non toglie e non aggiunge nulla al valore complessivo della rosa; tante chiacchiere in libertà ed i soliti piagnistei finali. Le battute finali del mercato di riparazione della Salernitana non hanno regalato nessuna emozione; un film già visto, un copione che puntualmente si ripropone a Milano con cadenza semestrale. Si attendeva (almeno…) con trepidazione la tre giorni conclusiva per comprendere, verificare nei fatti le reali intenzioni del club di Lotito, Mezzaroma e Fabiani, saggiarne le ambizioni, ebbene il quadro che ne è venuto fuori è assolutamente desolante, in linea con quanto fatto nelle ultime quattro stagioni. Su un piano squisitamente tecnico non è cambiato nulla se non un ulteriore appesantimento della carta d’identità del gruppo: in attacco fuori Bocalon dentro Calaiò (37 anni), in difesa fuori Vitale dentro Lopez (34 anni), mentre a centrocampo, ceduto il deludente Castiglia, non è arrivato nulla di quanto desiderato dal tecnico Gregucci. Non è arrivato Dezi che pure sarebbe stato un giocatore utile, addirittura un colpo in controtendenza rispetto al solito clichet targato Fabiani, talmente in controtendenza che il giocatore (ai margini nel Parma) ha preferito restare lì dov’è! Ecco la trattativa Dezi fotografa in maniera evidente, lampante, il modus operandi della Salernitana che approccia il mercato sempre in maniera grossolana, senza un minimo di pianificazione, non tenendo in alcuna considerazione la componente tecnica. Che Dezi rappresenti per la cadetteria un giocatore importante è fuor di dubbio, così come è fuori discussione che, proprio perché importante, l’operazione con il Parma e il giocatore andava impostata con una tempistica diversa (il mercato ha aperto i battenti ad inizio gennaio e non ieri!) e non al fotofinish, nelle battute conclusive dell’ultimo giorno del mercato di riparazione, quando tutto maledettamente si complica e il buon esito di un’operazione è spesso affidato al caso! Ma a Salerno funziona così: è fondamentale apparire non essere, è importante che si sappia che il club abbia trattato il giocatore (Dezi ndr) non che l’abbia preso….questo è un dettaglio. “E colpa del giocatore se l’operazione non è andata a buon fine, ha rifiutato, che potevamo farci, noi c’abbiamo provato….”. Banalità in libertà ma che fa, importante che coscienza sia a posto! Nella peggiore delle ipotesi ci sarà sempre un allenatore disposto al martirio!
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