Claudio Lotito spinge in direzione Salerno non solo Kiyine ma pure Durmisi, sempre a condizione che entrambi accettino tagli robusti, a quanto pare, sui rispettivi ingaggi. Kiyine non è il tassello chiesto da Castori per il centrocampo, visto che avrebbe voluto Crociata. Il patron, però, ama fare con quel che ha in casa, anche se la situazione resta fluida. Lotito, nonostante l’operazione Sy, vorrebbe inserire nel pacchetto anche Durmisi per consegnare a Castori un elemento più esperto per la corsia sinistra. L’ex Nizza non gioca da un anno ed avrebbe bisogno di tempo per ritrovare la forma ideale, ma il patron è convinto che il suo approdo in granata gioverebbe a tutti. A Castori, che avrebbe un altro tassello per la corsia sinistra; al calciatore, che in granata potrebbe giocare con continuità; alla Lazio, che vedrebbe rivalutato un suo capitale. Su un punto, però, bisogna essere chiari: la Salernitana era arrivata alla fine del 2020 con una classifica importante, superiore alle attese ed alle potenzialità, ma anche con il fiato corto e con qualche scoria fisica e mentale, dovuta proprio al grande sforzo compiuto. Pur esprimendo dubbi sulla tenuta sul lungo periodo del gruppo e sul gioco troppo scarno voluto da Castori, avevamo elogiato tecnico e squadra per l’impegno, la dedizione, lo spirito ed i risultati conseguiti. Bene. Possibile mai che la proprietà, che pure aveva espresso apprezzamento per il lavoro dell’allenatore e della squadra ed aveva anche parlato di obiettivi importanti, non si fosse resa conto che sarebbero stati necessari interventi sostanziali, tempestivi, decisi per far sì che Castori e la squadra non segnassero bruscamente il passo come sta avvenendo da qualche tempo? Non è solo la circostanza antipatica determinata dall’essere subalterni alla Lazio a far male, ma anche il ritardo, le incertezze, il tira e molla, che puntualmente accompagnano i trasferimenti dalla casa madre alla Salernitana, a dimostrazione del fatto che i calciatori che si allenano a Formello non siano entusiasti di accettare il salto all’indietro, al di là del loro vissuto professionale. Quando il patron biancoceleste si renderà conto di questa situazione, quando capirà che è inutile forzare la mano per mandare a Salerno un manipolo di scontenti, sarà sempre troppo tardi. Ad eccezione dello sfortunatissimo Lombardi, calciatore che per le sue qualità meriterebbe, lui sì, di giocare in massima serie, quali altri laziali sbarcati a Salerno hanno lasciato una traccia? Anzi, è vero il contrario. Akpa Akpro, ingaggiato dalla Salernitana ma con promessa di arrivare un giorno alla Lazio, ha dato un contributo importante alla causa granata e si sta dimostrando all’altezza anche in biancoceleste dove, per esempio, Casasola non è mai stato preso in considerazione. E, tuttavia, l’argentino mostra nelle sue prestazioni in granata una sorta di presunzione e di supponenza che non sono giustificate né dalle sue qualità tecniche né dal suo trascorso professionale. Sono gli effetti collaterali e dannosi della multiproprietà: un calciatore che passi alla Lazio si sente già per questo da serie A e tutto il resto vien da sé. Questo mercato poteva essere l’occasione per fare qualcosa di diverso, per dare forza ai risultati del campo e, quindi, a quelle ambizioni sempre ammesse a mezza bocca. Ed invece, almeno fino a questo momento, al di là di Coulibaly, Castori non ha avuto risposte certe e concrete dalla società.
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