MIGRANTI: MAGGIORI CONTROLLI SULLE NAVI ONG

Il procuratore nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, Franco Roberti, rilancia la richiesta avanzata dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro chiedendo di trovare “un punto di equilibrio tra soccorso e lotta ai trafficanti”. Le navi delle ong, come ad esempio l’ultima attraccata al porto di Salerno a bordo della quale avevano trovato riparo oltre mille migranti, sono “necessarie” per salvare vite nel Mediterraneo, visto che i mezzi messi in mare dai Governi sono insufficienti, ma a bordo – secondo Roberti – devono poter salire ufficiali di polizia giudiziaria per fare gli accertamenti, altrimenti non si contrastano i trafficanti di uomini. Ormai la dinamica dei gommoni e barconi che partono dalla Libia è collaudata. “Si staccano dalle coste – ha detto Roberti – e subito trovano a raccoglierli le navi delle ong, che svolgono una funzione supplente di quelle governative. Il punto – ha proseguito – è che le ong dovrebbero accettare di adeguarsi alle linee guida, accettando di far salire a bordo un ufficiale di polizia giudiziaria che, senza intralciare le operazioni di soccorso, possa fare il suo lavoro”. In sostanza le organizzazioni non governative attive nel Mediterraneo, secondo il procuratore, devono essere collaborative nel contrasto ai trafficanti di uomini. Non si possono limitare al salvataggio. I loro mezzi, ha sottolineato, devono essere chiamati ad operare secondo le stesse regole d’ingaggio che valgono per le navi militari. Se non lo vogliono accettare – ha aggiunto – o si impedisce loro di operare in queste condizioni o si va avanti così e si accetta che le ong non distruggono i gommoni ma li restituiscono ai trafficanti e ciò indebolisce l’azione di contrasto ai trafficanti stessi”. Roberti ha poi parlato dei possibili punti di contatto tra flussi migratori e terrorismo. “Con gli sbarchi – ha osservato – arrivano soggetti che possono radicalizzarsi qui, come Anis Amri che, giunto a Lampedusa, poi si è radicalizzato in carcere in Italia ed ha colpito a Berlino. E ci sono anche altri casi. Ciò non significa associare in modo stretto immigrazione e terrorismo, ma è un dato di fatto”.

Autore dell'articolo: Marcello Festa