MORTE IN CELLA: DUE INDAGATI

Ci sono due indagati per la morte di Alessandro Landi, il 36enne deceduto in carcere il giorno di santo Stefano, due medici che prestano servizio nell’infermeria della Casa circondariale che saranno ascoltati dal pm titolare delle indagini Maria Carmela Polito non appena saranno noti gli esiti dell’esame autoptico che dovrà chiarire le cause del decesso. I familiari nutrono molti dubbi circa la versione ufficiale che parla d’infarto. Le perplessità nascono dal fatto che sul corpo del 36enne detenuto sono evidenti segnali inquietanti: viso gonfio, due lividi sul collo e un grumo di sangue sul labbro. Si vuole, allora, che sia fatta piena luce sul mistero che, per il momento, avvolge l’improvvisa scomparsa del salernitano. Venerdì sera, subito dopo aver terminato il suo lavoro nella squadra degli operai del penitenziario dove svolgeva le mansioni di idraulico, Alessandro Landi avrebbe lamentato dei sintomi allarmanti, come un insistente dolore al petto. Proprio per questo motivo era stato accompagnato, dagli agenti della polizia penitenziaria, nell’infermeria del carcere, per essere sottoposto ai controlli medici che, a quanto pare, avrebbero dato esito negativo, non riscontrando particolari anomalie o disfunzioni. E la medesima scena si era ripetuta anche sabato mattina, con il ritorno nel reparto per ulteriori controlli. Fatto sta che Landi ha trascorso dietro le sbarre anche il Natale e, nella notte tra il 25 e il 26, si è verificata la tragedia: è stato trovato già cadavere dagli agenti in servizio.

Autore dell'articolo: Marcello Festa