OMICIDIO CIRO PALMIERI, LA VIOLENZA DOMESTICA IL POSSIBILE MOVENTE –

Una violenza domestica che ha richiamato una violenza efferata, fino alla morte, una situazione familiare non piu’ tollerata. La morte di Ciro Palmieri, il panettiere di 43 anni di Giffoni Valle Piana  ucciso con più di trenta coltellate dalla moglie Monica Milite, dal figlio 18enne Massimiliano, e dal terzogenito di 15 anni sotto gli occhi attoniti del piu’ piccolo di 11 anni, potrebbe inquadrarsi in un evento  che è stato il culmine di violenze che andavano avanti nella loro  casa di Giffoni da diversi anni.

Dalle prime risultanze investigative affidate ai carabinieri della compagnia di Battipaglia diretti dal capitano Graziano Maddalena,  Ciro Palmieri era stato denunciato sette anni fa dalla moglie per maltrattamenti in famiglia ed era stata disposta anche la misura dell’allontanamento familiare .

Un fatto non trascurabile che potrebbe aver indotto moglie e figli a reagire violentemente fino a portare alla morte dell’uomo . Non è ancora chiaro il movente dell’omicidio che viene ricondotto al primo pomeriggio di venerdì 29 luglio quando l’uomo dopo una lite che si è sviluppata in cucina  è stato ucciso in casa dai suoi familiari, diventati veri killer. Pochi minuti di litigio, poi sarebbe stato impugnato un coltello di quelli domestici.

A dare man forte alla madre due dei tre figli in casa, poi l’accanimento sul corpo dell’uomo, come scritto dai  Titolari del fascicolo d’inchiesta per la Procura di Salerno dal procuratore della repubblica vicario Luigi Alberto Cannavale e per il tribunale minorile, il procuratore aggiunto Patrizia Imperato, che hanno inveito anche post mortem. A permettere agli inquirenti di scandagliare tutto quando accaduto dal pomeriggio fino a sera quando poi si sono disfatti del cavadere  le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’abitazione che moglie e figli avevano anche provato a sovrascrivere,  ma che invece i Carabinieri con il supporto di un consulente tecnico nominato dalla procura di Salerno sono riusciti a recuperare .

Gli hanno amputato una gamba, forse nel tentativo di rendere piu’ facile l’occultamento del cadavere. Ma l’operazione è risultata complessa e così hanno rinchiuso tutto in un grosso bustone di plastica nero, che poi in tarda serata hanno caricato in macchina  e dopo aver raggiunto la zona di Corticelle lo hanno gettato nel dirupo indicato ieri mattina dopo gli arresti dei carabinieri di moglie e figli e ritrovato ai piedi del monte Pettine, a metà strada tra Giffoni e Serino, lungo la strada provinciale 138 Curti-Serino.

La furia omicida della famiglia Palmieri potrebbe essere stata scatenata dal clima di violenza che così come hanno riferito ai Carabinieri alcune persone informate sui fatti, avrebbe contraddistinto i rapporti familiari da sempre. Anche quel pomeriggio del 29 luglio era stata sentita dal vicinato una lite in casa, evento che invece la moglie Monica Milite non ha riferito ai Carabinieri dove si è recata il giorno dopo per denunciare la scomparsa di Ciro Palmieri, suo marito. una denuncia che è stata subito tenuta con debito riguardo dai Carabinieri agli ordini del capitano Maddalena. Un racconto che in parte lasciava qualche sospetto, una garza al braccio della donna che ha indotti i militari dell’arma subito a pensare che la donna fosse ferita.  A riprova del racconto della donna vengono chieste le immagini delle videocamere di sicurezza della casa di famiglia. Immagini che sebbene sovrascritte, , ma poi recuperate imbatto i in scene scioccanti. C’è Ciro, c’è sua moglie Monica, i figli Massimiliano, il quindicenne , anche il piccolo di 11 anni.  Si litiga forte, furiosamente, poi madre e figli si avventano su Ciro con dei coltelli.

Monica, e i due figli (di cui uno minorenne) sono ora accusati di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà e di occultamento di cadavere. Il figlio 11enne della coppia potrebbe essere affidato ai servizi sociali. Nelle prossime ore gli indagati, saranno interrogati. Dalle loro parole potrebbero emergere elementi utili a ricostruire il movente dell’efferato omicidio, sicuramente riconducibile, tuttavia, ai rapporti tra l’uomo e gli altri componenti della famiglia. Mercoledì, invece, è in programma l’autopsia che sarà effettuata dal medico legale Gabriele Casaburi.

Autore dell'articolo: Barbara Albero