E’ dal mese di ottobre che avevamo segnalato la particolare grave situazione in cui versava la struttura di Onco Ematologia di Pagani, che richiedeva un potenziamento di personale infermieristico e di supporto e quindi di operatori socio sanitari. Si tratta di attività che in continuità assistenziale non potevano essere, e non sono state, sospese, e che purtroppo per l’elevata progressione dell’epidemia in atto andavano potenziate, poiché i problemi sarebbero ovviamente aumentati. Spiace dover assistere alla poca attenzione mostrata, a causa dell’assenza del dr. Iervolino, da parte della Direzione Sanitaria Aziendale guidata dal dr. Primiano e dal dr. D’Amato in qualità di direttore Generale pro-tempore. Così come ci eravamo augurati il pronto rientro del dr. Iervolino in quanto competente e sensibile, ma soprattutto artefice diretto capace di assumersi le responsabilità di decidere, poiché la situazione stava sfuggendo di mano alla direzione strategica, ora a lui ci si rivolge direttamente, poiché prevenire situazioni prima che accadano è da manager attento, ma intervenire a situazione difficile è un obbligo dirigenziale. Il servizio già nell’ordinaria e quotidiana attività prima dello scoppio dell’epidemia in atto, sosteneva carichi di lavoro rilevanti con una dotazione di personale medico, infermieristico e di supporto sottostimata, situazione resa insostenibile a causa dell’evoluzione epidemiologica in atto. Purtroppo la struttura non era più in grado di garantire la continuità assistenziale poiché non riusciva più a ricevere ed accettare, nella coesistenza attuale tra pazienti ordinari già in carico e nuovi utenti che pervenivano dal territorio e dall’ospedale. Se al momento dei rilievi inoltrati servivano immediatamente almeno 5 infermerei ed altrettanti operatori socio sanitari, ora serve ricostruire tutta la dotazione organica necessaria atteso che molti operatori sono risultati infetti e molti dovranno essere collocati in quarantena. Ci auguriamo che grazie al rientro del manager si possa sperare in un cambio di gestione poiché come sempre accade in sanità l’errore più grave è sottovalutare le priorità assistenziali.
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