PANCHINA GRANATA: UN TABU’ DA SFATARE

Salvo colpi di scena, Vincenzo Torrente si siederà sulla panchina della Salernitana. Il tecnico di Cetara è in predicato di inserirsi nella scia di alcuni suoi predecessori, anch’essi salernitani, che sulla panca granata hanno vissuto alti e bassi. Il detto “nemo propheta in patria” è una sorta di tabù da sfatare. Nella storia della Salernitana, infatti, i tecnici indigeni non sono quasi mai riusciti a resistere alla pressione di una piazza mai particolarmente tenera con i suoi concittadini. La storia parte da lontano. Valese, Settembrino, Saracino sono nomi legati a filo doppio alla storia granata. Don Antonio inventò quel sistema di gioco, poi passato alla storia come Vianema in quanto sdoganato da Gipo Viani che sfruttò un’intuizione del suo calciatore. Saracino ha conquistato i Trofeo Berretti con la juniores granata, allenando a più ripresa la prima squadra. In tempi recenti, invece, è toccato a Raffaele Novelli, Gianluca Grassadonia, Giuseppe Galderisi ed al salernitano d’adozione Mario Somma l’onore ed onere di allenare a Salerno. Per nessuno di loro è stato facile e tutti hanno chiuso anzitempo la loro avventura sulla panchina più amata e desiderata, ma anche più scomoda. Toccherà a Torrente, allora, provare a sfatare il tabù.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto