PARTO ANONIMO, PIU’ TUTELA AI FIGLI

In Italia, circa 400 donne ogni anno si avvalgono della facoltà di partorire in anonimato, ossia di richiedere che la loro identità sia omessa dalla dichiarazione all’atto di nascita, come previsto dalla legge. Nonostante la maggior parte dei bambini nati in anonimato sia normalmente adottata, la disciplina in materia di adozione subisce un’eccezione importante nei loro confronti: l’adottato adulto, , non ha il diritto di accedere alle informazioni che riguardano le sue origini e l’identità dei propri genitori biologici. Dopo Firenze, Marcianise, Napoli il comitato nazionale per il diritto alla conoscenza origini biologiche col patrocinio morale del Comune di SALERNO, stamani nella Sala del Gonfalone del Comune, ha tenuto una tavola rotonda con con relatori di eccezione su un argomento di essenziale importanza del diritto alla conoscenza delle origini, di cui è ancora fermo in Commissione Giustizia al Senato il disegno di legge
Nel corso della discussione è stato presentato il libro “Il parto anonimo. Profili giuridici e psico-sociali dopo la declaratoria di incostituzionalità” di Stefania Stefanelli, Emilia Rosati, Anna Arecchia, nato con l’intento di sollecitare l’esame e l’approvazione del disegno di legge fermo ancora al Senato. Nel volume, la ricostruzione giuridica della normativa, le motivazioni della proposta e la loro analisi sociologica, ed incisive e coinvolgenti storie di vita vissuta, che aggiungono al volume un prezioso tocco di umanità.

 

Autore dell'articolo: Barbara Albero