PATTO RENZI-DE LUCA SULLA NOMINA DEL VICE PRESIDENTE

Dopo lo scambio di sms, ieri il primo faccia a faccia tra Matteo Renzi e Vincenzo De Luca, ricevuto per un colloquio privato a palazzo Chigi. Al di là dei convenevoli di rito, si è discusso, soprattutto, di nomine, programmi e prime iniziative, ovvio che Renzi – dopo averci messo la faccia – voglia incidere profondamente sulle scelte. Primo e forse più importante nodo da sciogliere è quello relativo alla nomina del vice-presidente, funzione di primissimo piano alla luce dell’iter giudiziario che De Luca dovrà intraprendere subito dopo aver nomninato la giunta per effetto della sospensione. A malincuore, ma di certo non fulmiuneamente, Renzi – infatti – sarà costretto a firmare di pugno il provvedimento di sospensione del neo eletto governatore della campania che poi, come già immaginato, presenterà ricorso avverso la sospensione dinanza al giudice ordinario. I tempi potrebbero non essere brevi e per questo la figura del vice-presidente sarà di importanza fondamentale. Intanto la vicenda giudiziaria all’origine di tutto il papocchio, ovvero la condanna in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sul termovalorizzatore di salerno, scive un nuovo capitolo. E’ partito, infatti, il secondo round del processo. La procura di Salerno, che aveva chiesto la condanna di De Luca per peculato, ha chiesto alla Corte d’Appello la riqualificazione in tal senso della pena mentre i legali del nuovo presidente della Regione ricorrono invece per l’assoluzione del nuovo assistito. La procura ha depositato il ricorso chiedendo la condanna del neogovernatore campano Vincenzo De Luca anche per peculato, in relazione alla nomina di un project manager per la realizzazione del termovalorizzatore di Salerno, ipotesi di reato stralciata in primo grado.Ora la procura chiede in appello la riqualificazione della pena, mentre i legali dell’ex sindaco di Salerno hanno depositato una richiesta di assoluzione del loro assistito perché “il fatto non sussiste”. Balla una rideterminazione della pena con effetti niente affatto irrilevanti perchè la condanna per abuso d’ufficio termine nel 2016, quella per peculato avrebbe tempi più lunghi

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro