Osservata da lontano, con un certo distacco, senza conoscere a fondo le dinamiche locali che sono, poi, sempre alla base di qualsiasi movimento d’opinione, Salerno sembra essere ormai diventata una “Gabbia di Matti”. Ma come è possibile, ci si chiede anche legittimamente, c’è una squadra che in fondo è ad un tiro di schioppo dai play off, una proprietà solida e certificata, uno stadio da fare invidia a tutti, alla vigilia di un derby e nell’anno del centenario eppure il veleno scorre a fiumi tanto da indurre il copatron Mezzaroma a scrivere di pugno una lettera e, addirittura, il sindaco Napoli ad intervenire pubblicamente per invitare la tifoseria a stemperare gli animi e a compattarsi intorno alla squadra? Cosa sta succedendo a Salerno? Sono diventati tutti pazzi? Da lontano, con distacco e senza conoscere le dinamiche, si potrebbe tranquillamente avallare il principio! Ma non è così. Nulla accade per caso e se oggi intorno alla cosa granata si respira un’aria pesante è perchè negli anni, diciamo negli ultimi quattro anni, quelli trascorsi senza infamia e senza lode in cadetteria, si è seminato male e si sa: chi semina vento alla fine raccoglie sempre tempesta! La situazione, per certi versi paradossale, che vive la Salerno Granata è figlia di una politica societaria assolutamente negativa, una politica che ha portato i tifosi a schierarsi gli uni contro gli altri, la stampa a dividersi in pro e contro a prescindere, a determinare un ambiente elettrico oltre i risultati che sono diventati, incredibilmente, di scarso interesse rispetto al contesto generale. Salerno non è impazzita, sta semplicemente implodendo, perchè è stata persa all’origine una serenità di giudizio, un senso di appartenenza, uno stile nell’essere tifoso. Si è voluto a tutti i costi dividere i tifosi tra buoni e cattivi, i giornalisti tra amici e nemici, ma non si è usata la stessa lungimiranza nella costruzione di un progetto sportivo serio, solido, concreto, vero. Si è soltanto gestito il potere e tutto questo, nell’epoca dei social e dei blogger, diventa, prima o poi, un boomerang. Oggi conta più giustificare che fare, cercare consensi più che operare, aizzare gli uni contro gli altri nella speranza che a furia di dividere si possa restare a lungo in sella. Il vero problema della Salernitana, oggi, non sta in un centrocampo che non illumina o in un attacco sterile, ma nel criterio di gestione del club, un modello fuori dal tempo e dalla logica che potrà anche portare a bilanci chiusi in pareggio e a formidabili plusvalenze ma che sta progressivamente ammazzando la passione vera, quella genuina, non certamente quella indotta, interessata e telecomandata.
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1 commento su “PERCHE’ SALERNO NON E’ UNA “GABBIA DI MATTI””
OASIS USS 1919
(Febbraio 7, 2019 - 2:30 pm)Santissime parole da sottoscrivere in pieno… Festa professionista serio e una delle poche voci (e soprattutto menti) indipendenti del panorama giornalistico salernitano dove pullulano troppi lacchè collusi e asserviti alla “dittatura” del trio romano degna dei migliori regimi totalitari… Per non parlare di alcuni pseudo gruppi ultras che si sono venduti l’anima al diavolo… Stendiamo un velo pietoso… Povera SALERNITANA NOSTRA!!! Ci stanno riducendo a degli automi privi di adrenalina o qualsivoglia coinvolgimento emotivo esattamente come questa pseudo società di affaristi fredda e senz’anima…
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