POCO PESCATO SALERNITANO SULLE TAVOLE

“In provincia di Salerno, oltre il 75% del pescato non è locale. La provenienza estera del pesce che finisce nei piatti non è, naturalmente, sempre sinonimo di scarsa qualità ma noi consigliamo di prediligere il prodotto italiano come polipi, triglie, seppie e diffidare da quelli provenienti dalla lista nera dei paesi dove l’attività di pesca è meno regolamentata”. A dirlo il responsabile della cooperativa Acquamarina aderente a Coldiretti, Salvatore Fiorillo il quale spiega che: “il settore ittico soffre la concorrenza del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano”. Coldiretti si sta impegnando per la creazione di una filiera ittica tutta locale che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, attraverso iniziative pilota per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Salerno è, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Nelle etichette sarà indicata, inoltre, la tecnica di pesca e, su base volontaria, la provenienza esatta di pesci, molluschi e crostacei. Sul pesce congelato, c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento. Il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio si è soffermato sull’impegno UE contro le frodi in mare. “Un intervento positivo che va nella direzione di tutelare i consumatori – precisa il presidente Sangiorgio – fondamentale per garantire un futuro alle nostre imbarcazioni e per prevenire l’ingresso sul mercato di pesce fuorilegge o non sicuro. Il settore in provincia di Salerno ha attraversato una grave crisi dovuta alla mancanza di un ricambio generazionale e di costi molto elevati di gestione. Il comparto è adesso in crescita ma c’è ancora tanto da fare”

Autore dell'articolo: Marcello Festa