Saranno presentati domenica prossima, a Pollica, nel Cilento, i primi risultati dello studio sulla longevità condotto dall’ università americana di San Diego e La Sapienza di Roma. Al centro dello studio pilota, intitolato CIAO (Cilento on Aging Outcomes Study), il Cilento che, con i suoi oltre 300 ultracentenari, ne fa una una delle terre da studiare per individuare le variabili che permettono all’uomo di invecchiare bene. La ricerca, frutto della collaborazione fra Uc San Diego Health System, Comune di Pollica, Università La Sapienza di Roma, Great Italy (Global research on acute conditions team) e Waltraut Bergmann Stiftung di Berlino, verrà illustrata presso il Castello “Capano” di Pollica, in coincidenza con il simposio dal titolo “Alla ricerca dell’invecchiamento in buona salute: il futuro della medicina?” Tra gli interventi previsti, ci saranno, fra gli altri, quelli di David Brenner, vice cancelliere per le Scienze della Salute presso l’Università di San Diego; Paola Antonini, direttore Affari Medici e Scientifici Visufarma Roma; Andreas Bergman, biochimico e CEO Sphingotec; Giovanni D’Arena, direttore del Laboratorio D’Arena, di Vallo della Lucania; Salvatore Di Somma, professore di Medicina, presidente della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e di Medicina Traslazionale de La Sapienza; e Nicola Ferrara, presidente della Società Italiana di Geriatria. Interverranno il sindaco di Pollica, Stefano Pisani, e il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola. Durante la giornata sarà presentato il progetto per il Centro di ricerca sulla longevità ad Acciaroli, che l’Università di San Diego sta per aprire nel Comune di Pollica. “Dalle ricerche dello studio pilota, – spiega il primo cittadino di Pollica, patria della Dieta Mediterranea, – risulterebbe la presenza di una particolare proteina, nei centenari cilentani, unita ad una alta qualità ambientale, che gli consentirebbe di resistere quattro volte meglio a malattie di tipo degenerativo. Per questo motivo, i nostri anziani raggiungerebbero il traguardo dei cento anni con dinamismo e maggiore autosufficienza”. “Insomma, i nostri nonni ultracentenari sarebbero degli highlander per motivi scientifici”, conclude Stefano Pisani secondo il quale, dopo lo studio pilota, “potrebbe partire una ricerca sulla longevità che vedrebbe coinvolti 60mila cilentani”.
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