PROCESSO CRESCENT: LA DEPOSIZIONE DI DE LUCA –

Probabilmente il giorno più atteso, sicuramente quello più pregno di significati, nel processo Crescent. Il giorno della deposizione spontanea in aula del Governatore della Campania Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno all’epoca dei fatti oggetto del giudizio. De Luca, che non si era mai fatto sentire in qualità di teste in tutti i processi che lo hanno riguardato (Sea Park e termovalorizzatore), questa volta si è presentato regolarmente e puntualmente in aula per dire la sua nella contestatissima e ormai annosa vicenda, la vicenda del complesso residenziale di Santa Teresa che porta la firma di Ricardo Bofill, presenza

attesa ed annunciata in quella che potrebbe essere stata anche l’ultima udienza, necessaria per completare le discussioni delle difese. Ebbene De Luca ha parlato per un’ora abbondante, ricostruendo le tappe della vicenda, spiegando ai giudici la sua vision di riqualificazione urbanistica della città di salerno, difendendo le sue scelte, respingendo qualsiasi ipotesi di reato. Una deposizione appassionata, partecipe, convinta quella di De Luca che ha fatto della riqualificazione di santa teresa una ragione di vita al netto delle contestazioni mossegli dall’accusa. Contestazioni che, in termini di pena, sono abbastanza pesanti due anni e dieci mesi secondo la richiesta della Procura. Nel corso della sua deposizione spontanea, l’ex sindaco di salerno ha detto in maniera chiara di non aver mai esercitato pressioni sulla soprintendenza per il rilascio dell nulla osta e di aver intrattenuto con gli imprenditori aggiudicatari dell’appalto rapporti formali. De Luca ha anche ricostruito i termini di una delle contestazioni mossegli dall’accusa, ovvero l’erogazione da parte della RCM costruzioni di un contributo alla salernitana che all’epoca navigava in pessime acque e rischiava di disertare la finale play off di Verona per assenza di liquidità. Secca e sferzante la replica di De Luca: “Mica posso essere condannato per il reato di tifoseria Granata?”.

Autore dell'articolo: Marcello Festa