I pescatori di Amalfi e Cetara accusati di malversazione ai danni dello Stato sono stati tutti prosciolti perché il fatto non sussiste. Secondo le accuse i titolari di pescherecci pur beneficiando di fondi europei destinati all’adeguamento delle flotte o alla loro riconversione, non avevano predisposto i relativi progetti imprenditoriali. A disporre il non luogo a procedere è stato il giudice Maria Zambrano secondo cui “stante la natura del finanziamento, concepito come indennizzo per la cessazione dell’attività di pescatore e la genericità dell’impegno ad una riconversione professionale che a differenza della cancellazione dal registro dei pescatori non andava neanche anticipata in termini meramente progettuali, la mancata destinazione delle somme percepite ad intraprendere altre attività non può ritenersi una condotta penalmente rilevante”. L’inchiesta, partita diversi anni fa, aveva creato clamore e forte preoccupazione tra i pescatori della Divina Costiera, determinando i presupposti per una irreversibile crisi del settore.
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