QUATTRO TENDENZE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA PER IL 2023 CHE POTRESTI NON CONOSCERE

Sono anni molto importanti per l’industria dell’automobilistica: la fine del periodo più nero della pandemia in cui la produzione si è molto contratta e i tentativi di risoluzione del problema della carenza dei chip possono far tornare il mondo automotive ai livelli di qualche anno fa. In molti paesi l’industria dell’automobile ha un peso specifico notevole, diventando un settore trainante per l’intera economia, per cui conoscerne prospettive, problemi e punti di forza diventa fondamentale per capire lo stato di salute dell’intero settore economico: su Ovoko, per esempio, puoi scoprire di più sul settore automotive e sui ricambi usati originali da acquistare online. In questo articolo, invece, proviamo ad analizzare cosa può accadere nel 2023, cosa c’è da aspettarsi e quali trend si consolideranno.

Acquistare un’auto presso un concessionario non sarà più lo stesso

Gli original equipment manufacturer (OEM), ovvero le aziende che realizzano a proprio marchio un prodotto, appaiono sempre più orientate all’esplorazione di modelli di vendita meno tradizionali. La concorrenza sta modificando notevolmente gli standard del settore e, per rimanere al passo coi tempi, anche i produttori storici di automobili dovranno implementare nuove strategie. Per esempio, c’è da attendersi che la vendita diretta diventi molto più comune, con minori spese di marketing e l’eliminazione delle estenuanti trattative che spesso contraddistinguono questi acquisti. I concessionari, quindi, potrebbero diventare più simili a degli agenti, guadagnando dalle commissioni sui veicoli venduti più che dal mero possesso dell’inventario. La concessionaria, intesa come luogo fisico, potrà somigliare di più al posto dove andare a conoscere più da vicino le specifiche tecniche di un veicolo o per poter apprendere di più sulla proprietà, cambiando la loro funzione tradizionale.

I meccanici e il rapporto con i veicoli elettrici

Se c’è una cosa che distingue in maniera netta i veicoli elettrici da quelli tradizionali è che i primi hanno bisogno di minore manutenzione. Per sua stessa natura, infatti, la batteria di un veicolo ad alimentazione elettrica è composta da meno parti mobili rispetto a quella di un motore a combustione, oltre che un volume inferiore di fluidi che servono per alimentare e lubrificare quelle parti. Di conseguenza, anche il freno è soggetto a meno usura. I clienti, allora, sono destinati a trascorrere meno tempo nelle officine, con una conseguente riduzione del volume di affari per i meccanici. In sostanza, per evitare che questa diventi una brutta notizia per il futuro di questo mestiere, è necessario che i tecnici sviluppino abilità pratiche nella manutenzione dei veicoli elettrici e che sappiano rifornirsi adeguatamente di pezzi di ricambio. L’ultima conseguenza, in questo senso, è il fatto che le batterie diventeranno un elemento in grado di incidere maggiormente sul valore del veicolo nel mercato dell’usato.

Case automobilistiche come aziende di software

Le automobili hanno già milioni di linee di codice per i servizi di assistenza alla guida, i vari sistemi di sicurezza, tutte le modalità di intrattenimento e il sistema di navigazione. Inoltre, con la comparsa e la sempre maggiore diffusione dei veicoli a guida autonoma, le automobili si avvicinano sempre di più al concetto di computer su ruote. Le case automobilistiche, in sostanza, ambiscono a sfidare direttamente le principali aziende di software e per raggiungere questo obiettivo stanno anche assumendo ingegneri specializzati per poter innovare, se non rivoluzionare, non soltanto l’esperienza di guida, ma anche l’acquisto, il leasing e le varie forme di garanzia.

Autore dell'articolo: Redazione