RAPINA IN PIAZZA: TUTTI IN MANETTE

I poliziotti della Sezione Falchi della Squadra Mobile hanno arrestato, ieri sera, anche i due complici che, insieme al 23enne di Sarno, già sottoposto a fermo di indiziato di delitto il 12 marzo scorso, avevano rapinato due adolescenti in Piazza della Concordia a Salerno, sottraendogli, sotto la minaccia delle armi, i telefoni cellulari.

Si tratta di due giovani di Sarno, rispettivamente di anni 19 e 21.

Le risultanze delle meticolose indagini degli agenti della Polizia di Stato, avviate immediatamente dopo il fermo del 23enne, avvenuto nella serata di sabato scorso, mentre quest’ultimo tentava di rientrare a Sarno prendendo un treno presso la stazione ferroviaria di Salerno, hanno consentito al Gip presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica, di emettere i provvedimenti cautelari.

In particolare, nel corso di due perquisizioni sono stati trovati i telefoni cellulari rapinati agli adolescenti ed è stata recuperata, anche grazie alla collaborazione degli agenti della Polizia Ferroviaria di Salerno, l’arma utilizzata per la rapina, una pistola tipo replica priva del tappo rosso, rinvenuta nei pressi della stazione ferroviaria.

L’efficienza degli investigatori della Squadra Mobile, che sono intervenuti con la massima tempestività a seguito del reato, ha permesso di ricostruire l’esatta dinamica della rapina, frutto di un piano ordito dai tre complici che erano giunti a Salerno con l’intenzione di perpetrare una rapina ognuno con una mansione ben precisa.

Il 23enne aveva il ruolo di esecutore materiale, mentre gli altri due dovevano operare da mandanti nell’individuare la vittima e uno di loro aveva anche il compito di procurare la pistola giocattolo e di disfarsene dopo il compimento del reato.

Quest’ultimo, in particolare, che nell’immediatezza dei fatti era riuscito a dileguarsi prima dell’arrivo dei “Falchi”, è stato successivamente rintracciato presso la sua abitazione a Sarno dove, a seguito della perquisizione, è stato trovato il telefono cellulare di una delle due vittime.

Autore dell'articolo: Marcello Festa