RIABILITAZIONE, IL DECRETO SPACCA IL SETTORE

Si spacca il settore della riabilitazione in Campania dopo la firma del decreto che prevede ”nuove tariffe e restyling di spesa . Mentre celebra con entusiasmo la firma il coordinamento delle sigle sindacali (Anispa, Apric, Aspat, Confapi, Confindustria Sanità e Fras) per le quali di tratta di uno storico rilancio dell’area assistenziale della riabilitazione e del sociosanitario in Campania, lo definiscono un decreto esclusivamente elettorale i rappresentati di Anfass Ferdelab una parte di Confindustria e Aias. Salvatore Parisi il presidente dell’Anffas ricorda che  ” il decreto è stato firmato senza l’approvazione dei ministeri competenti e con il parere contrario dell’avvocatura che ha timore sui possibili conteziosi che potrebbero aprirsi”.  Con l’adozione del decreto saranno presto in arrivo la corresponsione degli arretrati tariffari per circa 60 milioni di euro a carico della Regione per il periodo 2003-2014 da erogare entro tre mesi dall’adozione del decreto con l’erogazione di ulteriori 5 milioni a recupero dei tagli imposti dalla Regione sulla categoria in quell’anno e infine l’adozione di una nuova tariffa 2015. Intanto il lavoro continua per risciogliere ancora alcuni nodi relativi alla conversione dei centri di riabilitazione in Rsa e alla compartecipazione alla spesa per prestazioni sociosanitarie di cittadini e Comuni che vede questi ultimi inadempienti”. L’accordo siglato dalla Regione e dal coordinamento prevede la rideterminazione migliorativa delle tariffe per gli anni che vanno dal 2003 al 2014 in uno alla corresponsione di arretrati tariffari per tale periodo, al di sopra dei tetti di spesa annuali e con tempi di liquidazione certi che garantiscono una iniezione di liquidità immediata. Il decreto, inoltre, pone ”una pietra tombale – ricorda Polizzi – sulla vicenda giurisdizionale durata ben 12 anni su tetti di spesa e tariffe per il superamento di rimborsi penalizzanti bocciati a più riprese sia dal Tar sia dal Consiglio di Stato. Una transazione – spiega – che supera anche i recenti e contestati decreti commissariali n.153 e 154 di dicembre 2014”.

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Autore dell'articolo: Monica Di Mauro