RIORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ CHIRURGICHE AL “RUGGI”. CONFRONTO APERTO

Revoca del provvedimento sulla riorganizzazione delle attività chirurgiche e la creazione di una commissione paritetica mista ospedaliero/universitaria. Di questo si discuterà il prossimo 12 settembre nell’incontro organizzato dalla dirigenza del “Ruggi d’Aragona” dopo che Mario Polichetti, sindacalista della Fials provinciale, in una lettera al manager del “Ruggi” aveva esposto le criticità sollevate dai medici dell’Azienda ospedaliera del capoluogo campano.

“Siamo contenti che il direttore generale Giuseppe Longo abbia convocato i sindacati di un tema così importante. Il dialogo resta la strada migliore e questa volta ne diamo atto. Con le parti sociali spero si possa avviare un discorso unico che deve fare bene a studenti, studenti universitari e cittadini”, ha detto Polichetti. “Ovviamente continueremo a portare avanti la nostra linea, ma non è un no a priori. Siamo pronti a capire quale soluzione si vorrà attuare e se sarà valida la estenderemo a tutti”.

Lo scorso 17 agosto, Polichetti aveva denunciato l’impossibilità di raddoppiare le unità operative complesse che prevedono una direzione universitaria ed una ospedaliera di fatto sancisce in modo pericoloso ed inefficace la condivisione di ciò che c’è attualmente. Per il sindacalista, infatti, la sola attribuzione di un codice di struttura senza identificazione precisa dei posti letto attribuiti, creerebbe delle enclavi universitarie semiautonome all’interno dei reparti ospedalieri. “Non viene fatto alcun cenno alla partecipazione degli universitari ai turni di servizio, di pronta disponibilità, alla gestione delle urgenze tutte cose che, è risaputo, costituiscono tanta parte dell’impegno lavorativo e che comunque dovrebbero essere comprese nel percorso formativo di studenti e specializzandi. Inoltre, non vengono ipotizzati correttivi circa l’inevitabile ripercussione che la creazione di “cellule” universitarie all’interno dei reparti ospedalieri con utilizzo inevitabile e non prevedibile di parte delle risorse disponibili comporterebbe sul raggiungimento degli obiettivi di budget”. A questo, per Polichetti, andrebbero ad aggiungersi la non definizione della specifica attribuzione di centri di costo e non si ipotizzerebbero le problematiche medico\legali nel caso di contenziosi sorti per pazienti ricoverati ed operati dall’universitario ma di fatto ospitati in un reparto a direzione ospedaliera come le complicanze post-operatorie e la necessità di re-interventi. “Appare inaccettabile la coabitazione tra discipline diverse, come ad esempio chirurgia toracica in medicina d’urgenza, che potrebbe portare ad una qualità assistenziale inaccettabile per una Azienda di alta specialità preludio di facilmente prevedibili conflitti medico legali. Sottrarre posti letto alla chirurgia d’urgenza per ospitare la chirurgia toracica porterebbe ad un depauperamento di posti letto in un settore già cronicamente in affanno per la carenza”, ha affermato l’esponente sindacale della Fials Salerno. “Non vengono ipotizzate le possibili conseguenze del provvedimento sull’efficacia delle tutele legali ed assicurative sia individuali che aziendali. Infine, appare coercitivo imporre ad un dirigente medico la partecipazione attiva ad una procedura chirurgica se lo stesso, con valide motivazioni, preferisce esserne escluso. Infine, all’attribuzione dei codici di struttura deve seguire l’attribuzione specifica, con codici, dei posti letto che verranno gestiti in piena autonomia dall’universitario. Tale suddivisione dovrebbe realizzarsi in maniera paritaria in caso di coincidenza delle specialità. Serve l’attivazione di liste d’attesa separate e l’attribuzione di centri di costo distinti per quanto chiaramente divisibile. Inoltre, auspico il coinvolgimento degli universitari nella gestione delle urgenze: a giorni alterni, a settimane alterne, a mesi alterni e nei turni comuni di pronta disponibilità, con l’ovvia identificazione del responsabile del trattamento dei dati sensibili per quanto attiene l’attività clinica universitaria. Infine, sarebbe giusto attuare una divisione in misura uguale delle sedute operatorie disponibili per ogni specialità e l’utilizzazione separata ai fini scientifici, in assenza di accordi specifici, dei dati clinici derivanti dall’attività delle due componenti, ospedaliera ed universitaria Questo diremo a Longo. Da lui ci aspettiamo una risposta”.

Autore dell'articolo: Barbara Albero