SALERNITANA: ASSIST DALLA LEGA, ORA PALLA ALLA FIGC

Il voto compatto ed unanime dei diciotto club della Lega A, che si sono espressi a favore della proroga, offre un assist prezioso alla Salernitana. Il finto distacco di Lotito e la soddisfazione del trustee, Bertoli, al termine dell’assemblea sono due facce della stessa medaglia. La Salernitana è un numero e nulla più per le altre società di massima serie, certe e convinte che la situazione di incertezza sulla proprietà del club perdurerà ancora un bel po’ e sarà la migliore assicurazione sulla vita per chi lotta per non retrocedere. Un posto, in pratica, sembrerebbe già assegnato ed allora perché fare battaglie ed inasprire gli animi sotto Natale quando, si sa, siamo tutti più buoni? Finanche Cairo, ex nemico di Lotito, ha dato il suo ok perché la Salernitana possa partecipare al campionato di serie A anche nel girone di ritorno. C’è poco da stare allegri in via Allegri, sede della Figc, dove martedì prossimo il Consiglio dovrà pronunciarsi sulla questione tenendo presente il parere della Lega. Non farà piacere al presidente Gravina questa situazione che già a luglio aveva tentato di scongiurare, ma, per quanti errori e per quante omissioni abbia commesso il numero uno del calcio italiano, la domanda è: che cosa avrebbe dovuto fare? L’esclusione a luglio della Salernitana avrebbe scatenato una sollevazione popolare e fatto scattare ricorsi in serie. L’accettazione obtorto collo del trust non ha portato al risultato sperato perché la cessione del club non è mai parsa questione di vita o morte, ma quasi un tabù, una eventualità nefasta, da rimandare il più possibile, forse per fare un dispetto a Gravina, forse per affermare una sorta di primato nel campionato del “chi conta di più e chi può dettare le condizioni”. Non è possibile che la Salernitana non sia mai entrata nel mirino di imprenditori credibili. Alla scadenza del trust, il prossimo 31 dicembre, come si fa con le cose vecchie, i due trustee potrebbero pure mettere in piazza le pec ricevute per dimostrare che non ci siano mai state le condizioni per vendere. Ed ancora: ma come si pretende di vendere a persone serie una società il cui bilancio non è stato ancora approvato? Magari, la verità potrebbe stare nel mezzo: i trustee non saranno stati convinti della solidità di qualche offerente così come qualche imprenditore di buona volontà ma non sprovveduto avrà chiesto di vederci chiaro rimanendo senza risposte. Il bilancio non è un dettaglio, ma ciò che fotografa la realtà che vive una società e garantisce le parti in causa. Il bilancio si approva a fine anno? E’ consuetudine, ma non una regola scritta e, magari, vista la situazione particolare della Salernitana, si poteva pure provvedere in anticipo. Le caparre come le dichiarazioni di indipendenza fanno colore e dipingono un quadro in cui improvvisazione ed approssimazione prevarrebbero su tutto il resto. Se è vero che la realtà supera la fantasia, in questa vicenda siamo tra il paradosso e l’assurdo, il surreale ed il fantascientifico e si sono viste e sentite cose che, da un lato, offendono l’intelligenza delle persone e la dignità della piazza, e, dall’altro, rafforzano le convinzioni dal retrogusto amaro di chi pensava, a luglio, che nulla sarebbe cambiato col trust e che si sarebbero solo persi mesi preziosi. Le scuse, infine. Nel trust, per quello che si è riusciti a capire, visto che nessuno ha potuto leggere il testo completo ed originale, non sarebbero previste in nessun capitolo. Eppure, qualcuno le avrebbe pure pretese dopo il colpo Ribery. Ora se proroga sarà, qualcuno penserà di aver vinto. Rileva il giusto tutto ciò. L’importante è che non si perda altro tempo vitale per Salerno e per la Salernitana. Un nuovo trust o qualsiasi altra soluzione ponte verrà adottata dovrà avere paletti certi e conseguenze inesorabili e senza appello. Lotito e Mezzaroma possono tornare proprietari del club in caso di retrocessione? Si chiarisca subito questa circostanza. Se la cessione dovrà essere l’unico ed inderogabile scopo della proroga, allora che sia un organo terzo ad avere poteri concreti di vigilanza. Per fare chiarezza su eventuali offerte, ad esempio, si potrebbe inserire nel nuovo accordo che eventuali acquirenti dovranno palesarsi contemporaneamente a chi tratta la cessione per conto dei patron ed alla Figc. Una pec e due destinatari: così facendo si garantirebbe quella trasparenza che, per ragioni di forza maggiore, deve prevalere su tutto il resto. La riservatezza è stata interpretata come zona d’ombra, da cui far trapelare poco e nulla e gli ultimi tre comunicati sono serviti solo a confondere le idee. Non si può disporre della proprietà altrui, ma non si può nemmeno giocare con i sentimenti e la dignità di un popolo. Questa vicenda grottesca è giunta al punto di non ritorno. Ora bisogna essere seri e concreti. I trustee approvino il bilancio. Lotito e Mezzaroma ritrovino la parola per chiarire le proprie intenzioni e la Figc fissi le regole e prenda le decisioni conseguenti senza farsi tirare per la giacca. Gli altri, politici in primis, tacciano, visto che non hanno neanche capito la portata dei danni fatti quando hanno aperto bocca.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto