SALERNITANA, UNA CADUTA CHE NON FA MALE MA MOLTA… RABBIA

Un passo indietro ma a guardare la classifica e l’andamento generale della stagione si tratta di una caduta che non ha avuto particolari ripercussioni. Resta, però, forte il rammarico per l’occasione sciupata; il Venezia per quanto solido e ordinato è squadra ampiamente alla portata della salernitana. A pesare come un macigno sull’economia del match l’errore di Micai, errore inspiegabile per un portiere della sua caratura e per questo da catalogare come episodio sfortunato, nulla di più. Un episodio che, però, ha condizionato la prestazione dei granata fino a quel momento padroni del campo e poi, inspiegabilmente in confusione, quasi smarriti, incapaci di dare un senso a tanta corsa. Peccato perchè quella che abbiamo appena archiviato, così come nelle previsioni generali poteva essere per davvero la domenica della svolta definitiva, un successo in Laguna avrebbe proiettato la Salernitana quasi in cima, anche un pareggio – forse il risultato che meglio avrebbe fotografato l’incontro – sarebbe servito a tanto. In un campionato dove nessuno allunga con decisione la politica dei piccoli passi, quella di muovere sempre e comunque la classifica, premia! Non è stata una bella Salernitana quella vista al Penzo o, per meglio dire, è stata una bella Salernitana, quella cui ci stiamo abituando, solo nella prima mezz’ora. Si soffriva poco e quando si accelerava si fava l’impressione di poter far male all’avversario e qui ritorna in ballo il solito discorso. Lì davanti si fa troppa fatica, il solo Bocalon non può bastare e al netto di generosità e intraprendenza il “doge” è troppo poco per una squadra che vuol pensare in grande. E’ vero, se la bordata con la quale Di Gennaro è andato vicinissimo al gol, avesse avuto una traiettoria di pochi centimetri diversa forse avremmo raccontato un’altra partita, ma è anche vero che non sempre i singoli episodi possono girare dalla tua parte soprattutto quando se ne contano pochi nei novanta minuti. Detto della papera di Micai che ha consegnato al Venezia un insperato e fortunoso vantaggio, è il film andato in scena dopo quell’episodio a non aver convinto. Uscito Di Gennaro per noie muscolari la Salernitana ha smarrito il filo della partita, ruminando calcio, non riuscendo mai a confezionare una manovra lineare tale da mettere gli attaccanti, per quanto con polveri bagnatissime, nelle condizioni ideali per far male all’avversario. Colantuono, per quanto ha potuto, ha anche provato a cambiare volto e fisionomia alla squadra pescando a piene mani dalla panchina ma tutti i correttivi si sono rivelati efficaci. Non è dispiaciuto il giovane Andrè Anderson, non ha fatto male Odjer da subentrante, non ha, invece, inciso per come avrebbe potuto e dovuto Jallow ed è questo, ancora una volta, il dato che più di altri deve fare riflettere. In dieci partite di campionato gli attaccanti della Salernitana sono andati a segno, complessivamente, in appena cinque occasioni, tre delle quali sugli sviluppi di un calcio piazzato.

Autore dell'articolo: Marcello Festa