SALERNITANA CAMALEONTICA: DAL 3-4-3 ALLA DIFESA A “4”

Il trasformismo come arma segreta. La capacità di essere camaleontici per battere il Perugia e ritrovare un successo che in casa Salernitana manca da oltre un mese. In soffitta il 3-5-2, Bollini pensa di tornare al passato partendo da un 3-4-3, capace di cambiare pelle a tal punto da poter eventualmente trasformarsi in un 4-3-3 con il ritorno alle origini ed alla difesa a quattro. Per farlo il trainer di Poggio Rusco sa di avere finalmente nuovamente a disposizione Mattia Sprocati. L’ex pro Vercelli ha già ripreso confidenza con il terreno di gioco a Brescia e sabato partirà quasi certamente dal primo minuto. In difesa, Pucino, che ha recuperato a tempo di record dall’infortunio alla caviglia, è stato schierato al fianco di Schiavi e Mantovani con Kiyine, Signorelli, Ricci e Vitale a centrocampo. In attacco invece Sprocati da esterno, oppure dietro gli altri due riferimenti offensivi che rispondono ai nomi di Rodriguez e Rossi. Saltano agli occhi in questo caso le esclusioni – momentanee –di Minala a centrocampo e Bocalon in avanti. C’è di più. A voler guardare gli uomini, la squadra potrebbe cambiare radicalmente pelle a partita in corso senza attingere neppure dalla panchina. Passando cioè al 4-3-3. Basterebbe abbassare Vitale in difesa, rimodulando solo di qualche metro centrocampo e attacco. Non dovesse farcela Pucino, toccherebbe ad uno tra Perico e Tuia, a meno che non si intenda riproporre Vitale difensore centrale, lasciando di nuovo spazio e posto ad Alex sulla fascia mancina del centrocampo. Il portoghese può garantire inventiva e qualità e, dopo aver saltato per infortunio la gara di Brescia, potrebbe anche riprendere il suo posto a sinistra. Vitale, comunque, resta in vantaggio. Il nodo principale resta in attacco. Rodriguez e Rossi sembrano in vantaggio su Bocalon, che non sta offrendo prestazioni troppo brillanti. Di certo, Bollini andrà all’assalto del Perugia rispolverando il tridente, sperando che l’equazione tre punte per tre punti trovi conferma nei fatti.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta