La vigilia breve della gara col Parma è stata sicuramente intensa. Se fuori nevica e le temperature scendono, il clima in casa granata è decisamente caldo. In crisi di risultati e di gioco dopo un incoraggiante avvio di girone di ritorno, la Salernitana sembra non aver ancora digerito il pari beffa di Terni che l’ha ancorata alla zona playout. Dopo la gara con gli umbri, infatti, la squadra di Colantuono ha vissuto un terribile febbraio, caratterizzato dalla sconfitta interna col Carpi, dal ko di Pescara, dal pari casalingo con la Pro Vercelli e dall’imbarcata di La Spezia. Un punto in quattro gare e stasera il mese più corto e – come vuole tradizione – anche più amaro del calendario si chiuderà con la delicata sfida interna col Parma. I ducali non se la passano tanto meglio, visto che hanno vinto una sola delle ultime dieci partite e rischiano di veder passare il treno playoff nonostante a gennaio la società si sia mossa sul mercato per rinforzare la rosa e rilanciare le sue ambizioni. La panchina di D’Aversa scricchiola, quella di Colantuono è stata blindata dal diesse Fabiani ma il calcio è fatto di risultati e neanche quelli a volte bastano. Bollini potrà confermarlo. La Salernitana è una squadra in preda alla bufera che non riesce a trovare un assetto tattico definitivo su cui far leva per risalire la classifica. In più, i segnali provenienti dal campo lasciano pensare che tra il gruppo ed il tecnico non sia ancora scattata la scintilla, magari perchè non vale sempre il discorso che, per alzare l’asticella, sia sufficiente affidarsi ad un allenatore che ha nel suo curriculum tanta serie A. Perchè ora alla Salernitana serve essere brutta ma pratica e, soprattutto, affamata e disposta a soffrire come nella parte centrale del girone di andata. Assodato che non saranno le qualità tecniche a poterla salvare, questa squadra ha bisogno di cuore e gambe, cervello e muscoli per riuscire a star lontana dai guai. Non è una missione disperata, ma neanche una passeggiata di salute come qualcuno pensava. L’auspicio è che non si debbano rimpiangere errori ed omissioni del mercato di gennaio e che Colantuono trovi la formula più idonea per centrare l’obiettivo salvezza, quello per il quale si era attrezzato in estate il suo predecessore. Otto punti in nove partite testimoniano le difficoltà del trainer laziale a trovare il bandolo della matassa e, al momento, bocciano la scelta di Lotito e Fabiani di esonerare Bollini, specie alla luce di un mercato di gennaio in tono minore. Per bilanci e processi non c’è più tempo ed in fondo il campo e la classifica non ammettono repliche. Ora più che mai, però, bisogna invertire la rotta per evitare il rischio di vivere un finale di stagione col fiatone.
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