Lavoro, lavoro ed ancora lavoro. Chi ha visto all’opera Paulo Sousa ed il suo staff nei primi giorni della sua nuova esperienza in panchina lo racconta come un tecnico completamente immerso nello studio dei calciatori a sua disposizione per cercare di capire pregi e difetti e trovare la chiave giusta per farli entrare in sintonia con le sue idee di calcio. Ritrovato Michelangelo Rampulla, suo compagno ai tempi della Juventus, convinto di poter ricevere tanto anche dalla presenza di Franck Ribery, Sousa sta spingendo tanto per alzare il livello di attenzione e di intensità di un gruppo che non ha l’abitudine ad un certo tipo di approccio. Bisogna alzare i ritmi, far salire di colpi il motore, perché solo allenandosi con grande intensità sul campo si possono compiere dei miglioramenti significativi. La Salernitana ha finora subito oltre quaranta reti, ha la peggiore difesa della Serie A e nei primi tempi è particolarmente vulnerabile, visto che ha incassato ben 24 gol. Tanti, troppi, per una squadra che dovrebbe fare della fame e della voglia le sue armi per poter contrastare avversari tecnicamente superiori e non subire contro quelli di pari livello. Bisogna cambiare registro, mentalità, approccio agli allenamenti e, di conseguenza, alle partite. Il lavoro quotidiano del tecnico lusitano è improntato alla cura dei dettagli, ad avere sempre la massima concentrazione ed attenzione da tutti i calciatori perché solo alzando l’asticella in queste situazioni di campo si potranno poi avere prestazioni migliori in campionato. Ci sono sedici partite e quarantotto punti in palio: la situazione di partenza è ancora favorevole, ma il trend in cui la Salernitana è entrata è decisamente negativo. Cinque punti in dieci partite, una caduta libera che si era palesata già a Monza e che la sosta ha solo rinviato nel tempo. Ora, però, bisogna guardare avanti. A giugno si tireranno le somme su tutto e tutti, si valuteranno il lavoro e le scelte dell’area tecnica, della direzione sportiva, ma anche della proprietà che, un po’ per entusiasmo, un po’ per una particolare attitudine a far valere rapporti e sentimenti anche quando c’è da fare certe valutazioni, ha provato ad andare avanti senza scossoni. Il secondo esonero di Nicola era inevitabile e, certo, costerà tanto dal punto di vista anche economico, ma proprietà e dirigenza confidano nell’effetto Sousa che dovrà dare regole, idee, entusiasmo alla squadra che, si spera, con prestazioni e risultati adeguati saprà contagiare il pubblico degli innamorati ora come ora delusi e preoccupati. La Salernitana aveva bisogno di una svolta, che fosse testimoniata anche con l’esempio. Un allenatore calato completamente nel suo lavoro, capace di stimolare i calciatori, ma anche di fornire loro indicazioni, riferimenti, suggerimenti utili a farli crescere e prepararli al meglio per ogni partita: serviva questo per cominciare a navigare avendo l’idea di un orizzonte a cui tendere e non restando in una sorta di risacca.
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