SALERNITANA, I PIÙ GRANDI NUMERI 10 CHE HANNO LASCIATO IL SEGNO

I bomber che hanno fatto la storia dei granata

Numeri 10 che passione, una passione calcistica infinita che solo un numero di maglia così magico sa regalare. Pensateci bene: quanti di voi sfiorando un pallone non hanno sognato almeno una volta nella vita di diventare bomber di fama internazionale? La risposta è abbastanza scontata perché, diciamoci la verità, in pochi sognano un futuro da super portieri, super difensori o super centrocampisti. Il momento più bello del calcio è quando si segna, e chi segna, e tanto, sono i bomber più prolifici, i cosiddetti numeri 10 appunto. E di numeri 10 ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno tantissimi, però solo alcuni di loro lasciano il segno. E questa cosa accade un po’ ovunque; non bisogna per forza essere tifosi delle solite squadre blasonate per ammirarne le gesta perché i fuoriclasse giocano anche per squadre meno conosciute al grande pubblico. Nella nostra amata Salernitana, ad esempio, sono passati David Di Michele, Arturo Di Napoli e Davide Bombardini. Un terzetto non da poco, anzi… Non a caso abbiamo fatto proprio i loro nomi e cognomi, e tra poco capirete il perché. Pronti a conoscerli o, a seconda dei casi, a riscoprirli da vicino?

David Di Michele: un goleador che ha vestito anche la maglia azzurra

Se pensiamo ai numeri 10 granata, il primo che ci viene in mente è sicuramente l’indimenticabile David Di Michele. Arrivato alla Salernitana nel corso della stagione 1998-1999, l’attaccante nativo di Guidonia Montecelio ha dimostrato fin da subito di essere un “calciatore letale”, essendo veloce, tecnico e molto abile nel dribbling stretto. Queste sue caratteristiche gli hanno permesso di realizzare in 3 annate con i granata ben 40 goal in 90 presenze. Il calciatore, insomma, non ha certo bisogno di presentazioni, soprattutto considerando la sua importante carriera – in pochi forse lo ricorderanno ma ha anche indossato le maglie pesanti di Torino, Palermo e West Ham – che lo ha portato a giocare anche con la Nazionale con cui ha collezionato 6 presenze.

Arturo Di Napoli: l’ “attaccante perfetto”

Un altro numero 10 che a noi ha sempre fatto impazzire è Arturo Di Napoli. Re Artù, oltre a essere stato un attaccante che con la maglia granata era abituato a insaccare palloni a raffica alle spalle dei portieri avversari, si è fatto valere tecnicamente, soprattutto alla voce dribbling, e fisicamente, quando con il corpo difendeva i palloni più sporchi. Insomma, Di Napoli è stato un bomber completo sotto tutti i punti di vista, così completo che tornerebbe utile alla Salernitana di oggi che vuole primeggiare non solo nel torneo cadetto ma anche per quanto riguarda le scommesse live. E come biasimarla vista la squadra che può schierare! Certo se avesse un Re Artù in più, conquistare la Serie A il prossimo anno sarebbe ancora più semplice. Perché diciamo questo? Perché Di Napoli, oltre a saper segnare – 34 le reti in 69 partite con la Salernitana –, è stato anche un trascinatore in campo e fuori dal campo. E nel calcio di oggi, non importa la categoria, poter disporre di uomini carismatici che sanno come compattare e trascinare lo spogliatoio è fondamentale. Visto che vogliamo tornare a tutti i costi in A il prossimo anno, siamo sicuri che non sia possibile inserire in rosa Arturo Di Napoli affidandogli il ruolo di “uomo squadra”?

Davide Bombardini: fisicità e tecnica al servizio della squadra

All’appello non poteva mancare lui: Davide Bombardini. L’attaccante di Faenza con la maglia della Salernitana non segnò tantissime reti (4 in 59 presenze) ma si mise sempre al servizio della squadra offrendo la sua fisicità e la sua tecnica. E non pensate sia poco perché schierare un bomber che fa anche il lavoro sporco non è da tutti i giorni, o almeno non era da tutti i giorni nel periodo 2003-2005. Non solo: Bombardini, allora tesserato per la Roma, scegliendo di scendere in B con la Salernitana, all’epoca lanciò un messaggio importante, ovvero che fama e soldi non sono tutto nel calcio. E la piazza granata ha ricambiato il gesto con tutto l’affetto possibile. Essere un numero 10 dunque non vuole sempre e solo dire segnare goal a ripetizione bensì segnare un goal nel cuore dei propri tifosi.

Autore dell'articolo: Redazione