In attesa di un’offerta che non è ancora arrivata e che è stata preceduta da un comunicato diffuso mentre la borsa di New York era ancora aperta, la Salernitana resta in cantina. Oggi si può leggere una bella intervista a Danilo Iervolino che parla della sua passione per i vini, ma chissà quando i tifosi potranno brindare per qualche annuncio ufficiale, sempre che saranno degni di un brindisi con una bottiglia prestigiosa. Tra pranzi, cene e videocall, Iervolino e Milan non hanno ancora trovato la quadra. La situazione è fluida, ma non è certo carica di premesse positive al momento. Si era detto che si sarebbe imparato dal passato, che non si sarebbero commessi gli stessi errori della scorsa stagione, ma poi si apprende che l’attuale management chissà se temporaneo a sua volta o se destinato a restare al timone del club a lungo abbia addirittura incontrato degli allenatori. Non c’è il direttore sportivo, ma si va già avanti in direzione ostinata e contraria rispetto a quella che dovrebbe essere suggerita dal manuale del calcio. La scorsa stagione la Salernitana ha scritto il manuale dell’anticalcio e l’impressione è che stia ancora attingendo da quelle pagine, forse perché le cose scritte di proprio pugno piacciono di più. La vanità e l’orgoglio personale alla fine prevalgono in ognuno di noi. La Salernitana si sta muovendo da mesi, ma la realtà è che ad oggi non ha quagliato nulla. C’è l’evidente tentativo di contenere i costi, di far cassa con alcune cessioni, ma sui programmi non c’è chiarezza e, probabilmente, non c’è proprio la minima idea di ciò che si voglia fare dal punto di vista tecnico e sportivo. Il progetto giovani di Brera Holdings è molto nebuloso, anche perché non è facile reperire informazioni in Mozambico e negli altri Paesi in cui questa società opera. Dopo una indecorosa retrocessione, l’unico sentimento che avrebbe dovuto muovere Iervolino sarebbe dovuto essere la voglia di riscatto e la capacità di dare deleghe estese a persone competenti. Milan non ha competenze calcistiche perché viene da un altro mondo, ma l’impressione è che la Salernitana non voglia un direttore sportivo troppo decisionista e desideroso di incidere a fondo senza intromissioni ed invasioni nel suo campo. Ora pare che in pole ci sia Rocco Maiorino, svezzatosi da giovane nel Milan sotto l’ala protettiva di Galliani, ma fermo da quattro anni dopo una non brillante esperienza al Las Palmas. Petrachi ha fiutato l’aria e sembra essersi defilato, mentre Polito resta in lista. Se il primo obiettivo era Angelozzi e l’alternativa Sogliano, ora la Salernitana sembra aver completamente cambiato target. Cambiare idea è legittimo, ma nel calcio bisogna avere una linea d’azione, una qualche visione in cui poi far rientrare questo o quel direttore o allenatore. Invece la Salernitana si impegna nell’attività di casting di potenziali ds come di possibili acquirenti e rimanda il momento delle scelte. Perché? E che cosa sta aspettando Iervolino? Sono queste le domande da porsi e, se ci sarà occasione, da porre all’attuale proprietario.
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