SALERNITANA: IL TRUST NEL DESTINO

Cinquantotto giorni dopo la festa promozione di Pescara, la Salernitana è stata ufficialmente ammessa al campionato di serie A. Due mesi di attesa e trepidazione per la tifoseria, due mesi di braccio di ferro e dispetti tra Lotito e Gravina, ma tutto era scritto.. Tutto, in fondo, è iniziato e si è chiuso nel nome di due persone, il direttore sportivo, di cui si attende la conferma ufficiale sul sito, e l’avvocato Silvia Morescanti. Nel 2018, al campus di Fisciano, il legale che balzò agli onori delle cronache durante Calciopoli, parlò del trust come possibile soluzione per la questione multiproprietà e, non a caso, proprio il suo apporto è risultato decisivo nelle battute finali della estenuante trattativa con la Figc, come ha ricordato lo stesso diesse granata in alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa. Fabiani non ha mai avuto l’intenzione di lasciare, anzi ha fatto di tutto per restare in sella. Resta il dubbio, quanto meno dal punto di vista etico, della opportunità della sua presenza in seno ad un club che è stato infilato in un trust e che deve dare dimostrazione di essere completamente indipendente dai suoi proprietari: ci saranno due trustee ed un guardiano a vigilare anche sull’operato dell’amministratore unico e tutti hanno firmato dichiarazioni di indipendenza. Lotito e Mezzaroma non hanno preso in considerazione le offerte per cedere il club, ma dovranno comunque vendere entro fine anno, pena esclusione dal campionato. Si attende l’esito della perizia che dovrà stabilire il valore della Salernitana, club che affronterà il mercato con un budget stimato in circa venti milioni che dovranno bastare anche per garantire la gestione ordinaria. Pagare bollette, fornitori, stipendi ai dipendenti, non solo ai calciatori (e sotto contratto ce ne sono più di 25), trasferte, ritiri, spese mediche: tutto dovrà rientrare in questo budget. Il botteghino potrebbe portare qualcosa di più in dote, ma dipenderà dalle decisioni del Governo in merito alla riapertura degli stadi ed in quale percentuale. La Figc non è contenta della soluzione, ma sa che essa rappresenti il male minore. Il presidente Gravina ha assicurato che ci saranno controllo e vigilanza continui ed è stato chiarissimo su un punto: entro il 31 dicembre ci dovrà essere la cessione, pena esclusione dal campionato. Saranno mesi particolari, divisi tra le questioni di campo e le trattative per la cessione. Si arriverà come sempre all’ultimo secondo? Se la storia insegna, la risposta pare scontata.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto