SALERNITANA: INZAGHI DAI GOL ALLA PANCHINA –

All’Arechi ha giocato e segnato da avversario, quando vestiva la maglia del Piacenza, sia da calciatore della Nazionale. In azzurro, con Zoff c.t., SuperPippo segnò una doppietta in amichevole contro la Spagna nel novembre del ’98. Un mese dopo, avrebbe rifilato una tripletta alla Salernitana con la maglia della Juventus al Delle Alpi. Una vita sul filo del fuorigioco, elettrico e rapace, sempre a caccia del gol, possibilmente di rapina. Filippo Inzaghi in campo badava al sodo. Per lui contava solo fare gol. Anche di spalla o di schiena, come nella finale Champions di Atene tra Milan e Liverpool. Concreto e famelico da calciatore, anche da allenatore ha mantenuto questi tratti. Nelle versioni migliori, a Venezia in Legapro e poi in B, ed a Benevento, con cui ottenne una promozione da record in A, Inzaghi ha presentato in campo squadre solide e pratiche, più che spettacolari. In massima serie ha avuto un battesimo del fuoco col Milan, ma l’impresa risultò troppo ardua per un giovane allenatore reduce da un’esperienza con la Primavera rossonera. Poi il biennio felice a Venezia, la gavetta in C ed i playoff al primo anno di B, e la nuova chance in A col Bologna, non sfruttata al massimo. Il riscatto a Benevento, dove vinse a mani basse in B, per poi quasi gettare al vento una salvezza che pareva acquisita in massima serie. La difficile convivenza a Brescia con Cellino, la ripartenza dal mare di Reggio Calabria che sarebbe potuta finire in gloria, visto l’ottimo rendimento degli amaranto all’andata, se non fosse stato per i grossi problemi societari che hanno portato il club a scomparire dalla scena professionistica. Inzaghi era rimasto legato alla piazza di Reggio ed aveva smaltito la delusione nel suo ritiro dorato a Formentera insieme alla compagna ed ai due figli. La chiamata di Iervolino lo ha subito entusiasmato. La voglia di tornare in panca era tanta e la serie A è una categoria a cui vuole dimostrare di poter appartenere anche da allenatore, dopo una carriera da calciatore ricca di soddisfazioni. Scudetti, coppe internazionali e la ciliegina sulla torta del Mondiale 2006: SuperPippo arriva a Salerno dove, qualche anno fa, era atteso il fratello Simone, fermato da Lotito sulla strada verso l’Arechi per essere promosso alla Lazio. Filippo, 50 anni compiuti ad agosto ed un matrimonio in programma a giugno 2024, ha detto subito sì alla proposta di Iervolino. Porta con sé quattro componenti dello staff di cui faranno parte anche Rampulla e Lamberti, preparatori dei portieri già in organico alla Salernitana. Da un ex Juve, Sousa, ad un altro, Inzaghi. A lui il compito di portare in salvo la squadra granata. La sosta sarà utile per conoscere la rosa e, in attesa del rientro dei nazionali, valutare le scelte relative al modulo.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto