SALERNITANA: LA SOSTA PER LA RIMONTA

Da domani si ritorna in campo e ci saranno dieci giorni di tempo per preparare la gara col Torino, fondamentale ai fini della possibilità di dare sostanza alle speranze di salvezza. La Salernitana ci crede ancora, il suo allenatore, Davide Nicola, dopo la sconfitta in casa della Juventus, ha fatto capire di crederci ancora di più, tuttavia il lavoro fatto in campo e le parole spese in più occasioni hanno bisogno di trovare sintesi ed esaltazione al tempo stesso nel risultato. Solo le vittorie potranno, qualora, come ci si augura, dovessero arrivare in serie, rimettere tutto in discussione e riaprire significativi spiragli in classifica. La partita con la Juve ha dato indicazioni e risposte che erano necessarie per poter capire come e su quali basi tentare l’impresa, sfruttando anche la preziosa sosta di campionato che si staglia all’orizzonte. Servirà, eccome, alla squadra poter lavorare per qualche giorno senza l’assillo del risultato, ma con la prospettiva di crescere nell’intesa e nella condizione fisica generali. Fazio, Radovanovic, Perotti, Ribery, Bohinen, Mikael, Ruggeri, Mamadou Coulibaly sono alcuni dei calciatori che potrebbero davvero trarre grossi benefici dalla sosta e dal lavoro che potrà essere portato avanti da domani in poi. Davide Nicola è subentrato a Stefano Colantuono dopo il pari di Marassi e dalla partita col Milan in poi la Salernitana ha dimostrato di volerci provare con grande convinzione ed anche con la ricerca di un gioco propositivo e di qualità. Resta, però, un dato: la squadra è fragile in fase difensiva e subisce troppi gol e, quando la cosa accade in casa di una big dopo cinque minuti, il rischio che la partita sia compromessa sfocia nella certezza. Così è stato domenica scorsa, così non era stato col Milan quando, però, si giocava in casa e la squadra era apparsa tutt’altro che timorosa nell’approccio. Dal punto di vista tattico va ancora trovata una formula definitiva e vincente, ma, al di là dei moduli, sembra indispensabile che la Salernitana cominci a subire meno gol e che mostri una faccia più sporca e cattiva, se serve, ai suoi avversari di turno. Subire meno significa vincere più duelli in mezzo al campo, così da poter dare ancora più valore all’atteggiamento tattico voluto da Nicola, ossia baricentro alto e pressione in avanti. Il 4-4-2 non è certo interpretato in maniera scolastica e la ricerca di certe soluzioni di gioco è ambiziosa e stimolante, ma richiede anche di quel tempo che, fin dall’inizio, si sapeva fosse poco. Ed allora, proprio perché al suo interno la rosa ha giocatori di qualità, si dovrà provare ad esaltare certi valori tecnici, facendo leva su aspetti più pragmatici. Meno bella e più pratica: anche Nicola aveva chiesto alla sua squadra di essere tale alla vigilia della partita col Sassuolo ed in generale è questo l’atteggiamento necessario per salvarsi. E che, magari, potrà essere corroborato dal ritorno a disposizione di Mamadou Coulibaly e dalla crescita di Ederson. Servono elementi di corsa, capaci di dare accelerazioni violente e di recuperare molti palloni per poi consentire ai giocatori creativi di trasformarli in assist per le punte. Con dieci gare da giocare in meno di due mesi due aspetti saranno fondamentali: la tenuta fisica del gruppo e la possibilità di avere ricambi per ogni partita, visto che il calendario sarà abbastanza intasato e ci saranno settimane con tre gare tutte d’un fiato. Le gambe, ma anche e soprattutto la testa. Nicola ha detto che bisogna uscire dalla trappola mentale di pensare che ogni partita sia da dentro o fuori. Anche questo potrebbe aiutare il gruppo. Col Torino, però, al di là di tutto, la certezza è una sola: serviranno i tre punti per provare a rosicchiare punti alle dirette concorrenti. La salvezza è distante nove punti e ci sono trenta punti in palio. Un passo alla volta, dunque. A patto che il primo passo sia quello giusto.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto