SALERNITANA: L’ENNESIMO PARI…

La solita Salernitana. I soliti rimpianti, le solite amarezze. Il solito ennesimo pareggio. Stavolta un po’ meno anonimo del solito, ma comunque un brodino riscaldato. Senza volere chiamare in causa l’esprit de l’escalier i rimpianti sono tanti. L’uno a uno di ieri sera all’Arechi con la Pro Vercelli lascia tanto amaro in bocca in casa granata. Per quello che poteva essere e non è stato. E soprattutto per il fatto che ancora una volta, Rosina e compagni hanno gettato alle ortiche la possibilità di dare un impulso importante alla propria classifica. E invece niente di tutto questo. La truppa di Sannino ha inanellato si il terzo risultato utile di fila, ma pure il nono pareggio della stagione, balzando così al primo posto tra le squadre con il maggior numero di “X” che per certi aspetti sono incognite… pericolose. Dubbi che restano sulla tenuta atletico-tattica della squadra e sulla sua stessa guida tecnica.

Ieri si è scelto di giocare con il 3-4-1-2 e per quasi un’ora la squadra ha mostrato un certo carattere, passando meritatamente in vantaggio senza riuscire però a dare il colpo di grazia ai leoni piemontesi. Sannino pur non essendo in panchina per squalifica (il trainer di Ottaviano era in un box in tribuna stampa) si è fatto sentire con le urla fino quasi al San Leonardo, ed anche il post partita pare non sia stato certo degno di stile. Tornando al rettangolo verde, Donnarumma è tornato a sorridere con un gol dopo due mesi di astinenza, Coda si è mostrato il solito instancabile ariete d’area con tanto di servizio assistenza, mentre Rosina – sebbene nella posizione di trequartista – non ha inciso come avrebbe dovuto e potuto. Ma i veri problemi si sono registrati dalla cintola in giù. A centrocampo, il tecnico ha tenuto ancora a riposo Busellato, piazzando Della Rocca al fianco di Ronaldo con Improta e Vitale sugli esterni. La Pro Vercelli di Moreno Longo si è schierata quasi a specchio, ma con un uomo in più nella zona nevralgica, un’idea di gioco, movimenti all’unisono ed elementi che sapevano cosa fare e dove andare. Tecnicamente inferiore alla Salernitana, la Pro si è rivelata tatticamente superiore. Pur se sovente alle corde, infatti, i leoni piemontesi hanno mostrato carattere con una mediana di fosforo e sostanza e con i due riferimenti offensivi Ebagua e Mustacchio, capaci di far risalire la squadra nei momenti topici del match. Il gol di Donnarumma e l’infortunio di Germano che ha costretto Longo a cambiare già nel primo tempo sembravano avere messo il match in discesa per i padroni di casa. Nella ripresa, infatti, al Salernitana sembrava essersi scrollata di dosso paure ancestrali, ansie e timori sfiorando spesso il raddoppio negato da una grande prestazione di Provedel. Il portiere avversario ha fatto il fenomeno su Perico, Della Rocca e Improta tra la fine del primo e per tutto il secondo tempo. Ecco riapparire gli spettri e le ansie di cui sopra. Longo cambia ancora: inserisce tutto il suo potenziale offensivo per raggiungere il pari, modifica anche l’atteggiamento tattico e, sponda granata, le contromisure sono un fallimento completo. La sostituzione di Donnarumma (per crampi stavolta), ma comunque di un attaccante per un centrocampista non fa altro che dare campo e coraggio agli avversari. Il leone ruggisce e Sannino ammansisce. Il gol avversario è un festival degli orrori che inizia dalla fascia destra della metà campo. Ebagua si conferma un gigante d’ebano, la retroguardia granata torna di pasta frolla e Sprocati macchia un match che sembrava incanalato verso il successo. Arriva invece l’ennesimo pareggio tra i fischi dei 10mila dell’Arechi e le urla di Sannino in tribuna.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta