SALERNITANA LENTO PEDE. LA MEDIA NON PREMIA

La coperta è corta. Prima la squadra prendeva sistematicamente gol ed il problema sembrava fosse esclusivamente della difesa. Oggi che invece, per la prima volta da tempo, il pacchetto arretrato ha registrato i meccanismi e Terracciano ha mantenuto la sua porta inviolata da oltre 270’, praticamente da tre partite, la truppa di Sannino si riscopre con un attacco anemico. La Salernitana non incassa reti dal gol lampo di Ciccio Caputo all’Arechi ad opera dell’Entella di Roberto Breda al 3’ del primo tempo. I granata però, dopo il pari di Massimo Coda nello stesso match a inizio ripresa (era il 13esimo del secondo tempo), sono rimasti all’asciutto.

Le bocche da fuoco granata hanno dimostrato di avere le polveri bagnate da ben 222’, recuperi con Ascoli e Pisa compresi. I numeri non tradiscono mai e dicono che la coperta è evidentemente corta. Oppure che il trainer granata sta dimostrando di avere il… braccino corto. La squadra ha paura di osare ed allora è meglio non prenderle. Risultato? Gli ultimi quattro pareggi di fila potrebbero essere sufficienti a dare il senso della misura. A Brescia e con l’Entella per una rete ad una; ad Ascoli e con il Pisa all’Arechi a reti inviolate. C’è di più. Ci sono i sette pareggi che pongono la Salernitana in testa alla singolare classifica delle squadre che hanno collezionato più segni “x” in questa prima parte della stagione (insieme a Cesena e Latina che sono in piena zona retrocessione) ed al primo posto assoluto in solitaria delle squadre che hanno pareggiato di più in trasferta (ben quattro). Non solo. I numeri non tradiscono mai e dicono che la formazione di Sannino ha un cammino cadenzato da un punto o poco più a partita. Con una flemma statica e pericolosa al tempo stesso: 12 partite, 13 punti, 12 gol fatti e 12 gol subiti. La media è di un punto e spiccioli a partita. Numeri – alla mano – che non basterebbero a raggiungere la quota salvezza che possiamo considerare intorno ai 47 punti.

Fin troppo facile dire che serve una sterzata, s’impone un’accelerazione, un po’ di coraggio insomma soprattutto perché in palio ci sono sempre i tre punti. In un campionato come quello cadetto, lungo quanto una maratona, è importante la continuità, ma con due vittorie e due potenziali sconfitte in quattro partite i punti totalizzati sarebbero comunque sei rispetto ai quattro di altrettanti pareggi. E per dirla alla Lotito che parafrasa il principe della risata Totò: è la somma che fa il totale. Giuseppe Sannino da Ottaviano in provincia di Napoli, dovrebbe saperlo.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta