Il 10 marzo, due giorni prima del prossimo match col Sassuolo, la Salernitana conoscerà il verdetto della Corte Sportiva d’Appello in merito al ricorso presentato dal Venezia. I lagunari chiedono la vittoria a tavolino, mentre, come si ricorderà, lo scorso 19 febbraio il giudice sportivo si pronunciò per la regolare disputa del match non andato in scena il 6 gennaio scorso. Sarà una settimana decisiva per la stagione del club granata, impegnato in una disperata e complicata rincorsa salvezza che, di certo, non passava per la gara di ieri a San Siro. L’Inter non era stata brillantissima nelle sue ultime uscite, ma l’orgoglio e la caratura tecnica dei campioni d’Italia in carica ieri si sono scatenati in una serata in cui Lautaro Martinez ha ritrovato il gol che in campionato gli mancava dalla gara di Salerno. Anche allora fu cinquina pesante per i nerazzurri di Inzaghi che ieri hanno trovato dinanzi a loro una Salernitana molto diversa nello spirito, nell’atteggiamento e nella qualità complessiva di quella che fece loro da sparring partner a dicembre. Nicola ha chiesto ai suoi di osare, aggredendo l’Inter e accettando l’uno contro uno in ogni zona del campo. Dopo pochi giri di lancette, Djuric ha sistemato per l’accorrente Verdi un pallone che era solo da spingere in rete, ma il sinistro dell’ex Toro è finito in curva. Davanti a seimila tifosi granata la Salernitana ha provato a giocare, senza rintanarsi nella sua area di rigore, ma la voglia matta del Toro Martinez e la ritrovata verve atletica di Barella hanno spaccato in due la partita. Tagliata a fette anche la difesa granata, infilata da giocate in verticale sulle quali non c’è mai stata la giusta protezione dei centrocampisti. Due a zero dopo quarantacinque minuti di gioco, nei quali, comunque, la squadra di Nicola ha provato a reagire. Nella ripresa, invece, c’è stato un calo evidente di cui l’Inter ha approfittato senza rinunciare ad attaccare. Sono arrivati altri tre gol, uno ancora con Lautaro ed altri due con Dzeko, e nel finale s’è rischiato che il punteggio assumesse proporzioni tennistiche. Partita utile per mettere minuti nelle gambe, per costruire una mentalità che porti a cogliere risultati diversi contro avversari meno irresistibili dell’Inter, ma, certo, la sconfitta in sé è pesante che interrompe una serie utile di quattro pareggi. Non era l’Inter la squadra contro cui pescare il jolly salvezza, lo sarà per forza di cose il Sassuolo che, giova precisarlo subito, è squadra comunque superiore nel complesso. Ci vorrà una partita perfetta, fatta di atteggiamenti tattici e mentali che vadano in una certa direzione. Ieri la Salernitana ci ha provato, forse in qualche caso facilitando il compito dell’Inter, ma la scelta di Nicola era ben precisa: attaccare per sorprendere l’Inter e non aspettarla nei propri sedici metri. Il risultato fa male, ma il processo di crescita può e deve proseguire.
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