Qualcosa è cambiato. Due e mesi e mezzo dopo, Inter e Salernitana tornano a guardarsi negli occhi sotto i riflettori. Dalle luci dell’Arechi a quelle di San Siro, celebrate anche dai famosissimi versi di Roberto Vecchioni, il professore e cantautore dal cuore nerazzurro. C’erano Ranieri, Kastanos e Lassana Coulibaly in campo quella sera. C’era Stefano Colantuono in panca e c’era ancora il trust a tenere prigionieri la Salernitana ed i suoi tifosi. Mancavano due settimane allo scadere dell’ultimatum sottoscritto a luglio del 2021 e quella sera si toccò con mano il senso di disorientamento e di resa che pesava come un macigno sulle speranze di avere ancora un futuro. Gli eventi successivi sarebbero stati di segno positivo. L’avvento di Danilo Iervolino, quello di Walter Sabatini, un mercato fatto di investimenti, infine l’avvento in panca di Davide Nicola. Alla notte di San Siro la Salernitana arriva ancora da ultima della classe, ma reduce da quattro pareggi di fila – di cui quello col Milan – e da prestazioni che ne hanno legittimato il diritto a partecipare ad un campionato di cui, per la prima parte, è stata quasi spettatrice non pagante. Ieri sera, intervenendo ad una manifestazione per i bambini, Walter Sabatini ha sottolineato quanto sia importante per lui e per la squadra il sostegno dei tifosi e s’è lasciato scappare una sorta di proclama: “vado a vincere a San Siro”, ha detto il diesse che non parla mai a caso e che ha colto, forse, segnali in settimana che solo chi è abituato a respirare il profumo dello spogliatoio può intercettare. L’Inter è capolista potenziale del campionato perché ha una gara in meno di Milan e Napoli, ma deve sempre vincere quel match a Bologna ed intanto deve fare i conti con una sorta di crisi di risultati che la sta attanagliando e che non le consente di sottovalutare la gara di stasera. Sotto le luci di San Siro nessuno vuol fare brutta figura. Alla Salernitana, però, ora non basta più uscire tra gli applausi. Occorre una notte da grande per credere ancora di più all’impresa salvezza.
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