La gara con la Juventus è stata archiviata senza punti in classifica e senza grande soddisfazione da parte dei tifosi per la prestazione della squadra che, invece, è piaciuta a Davide Nicola, almeno in parte. Non ha brillato per agonismo, per idee di gioco, per mentalità la Salernitana contro una Juve che è sicuramente più forte nei singoli ma che ha tanti problemi e, per giunta, li aveva evidenziati tutti nella gara interna persa con il Monza. All’Arechi, davanti ai suoi tifosi, molti dei quali hanno comprato il biglietto non essendo abbonati ed hanno speso tanti soldi, la Salernitana non ha neanche provato più di tanto a pungere. In casa, dall’inizio del 2023, fatta salva la reazione nervosa dei primi venti minuti della ripresa col Torino, la squadra granata ha offerto prove poco convincenti sotto l’aspetto della mentalità. Milan, Napoli e Juventus sono, per carità, più forti. Però, non in tutte le trasferte queste squadre hanno preso i tre punti. Ad eccezione del Napoli, che in questa stagione fa storia a sé, rossoneri e bianconeri non stanno attraversando un grande momento di forma. Si poteva pensare a qualcosa di diverso per provare a metterli in difficoltà? Questo è un interrogativo a cui il tecnico granata ha risposto sottolineando aspetti positivi delle gare in questione, in particolare il famoso approccio. Dieci, venti minuti, però, prima di prendere gol, non possono essere considerati un tempo sufficiente per scagionare se stesso e la squadra da responsabilità ed anche solo omissioni. Certo, la qualità tecnica di una squadra che è campione d’Italia o che ha dominato per un decennio il campionato, ha un peso specifico. Tuttavia, la Juve aveva sofferto a Lecce e pareggiato a Genova con la Samp, oltre ad aver perso a Monza, giusto per limitarsi al rendimento esterno non eccezionale dei bianconeri, mentre il Milan di Pioli nel nuovo anno ha vinto solo a Salerno, facendo poi collezione di brutte figure contro tutti gli altri avversari. Insomma, ripetere sempre il ritornello che non sono queste le partite da vincere alla lunga sembra un autogol. Lo scorso anno, ad esempio, proprio in occasione della gara col Milan che ne segnò l’esordio sulla panca granata, Davide Nicola, affiancato e sostenuto al tavolo della conferenza stampa di presentazione dal presidente Iervolino e dal diesse Sabatini, affermava l’esatto contrario e cioè che anche contro il Milan la Salernitana non partiva battuta. Specie in casa, poi, la Salernitana sta faticando a fare punti e, soprattutto, a fornire prestazioni soddisfacenti sul piano del gioco. Si sono vinte partite importanti, contro Verona e Spezia, sfruttando i colpi dei singoli ed una buona predisposizione al sacrificio, ma da un certo momento in poi della stagione, è evidente il calo sotto tutti i profili della squadra granata, che Nicola ha spesso rivoltato dal punto di vista tattico, fino al paradosso di aver giocato le ultime partite con una sorta di 4-3-3, l’unico modulo non immaginato in estate, tanto che non erano stati ingaggiati esterni veri d’attacco, salvo poi provare a prenderne almeno uno sul finire della finestra invernale. Nel secondo tempo del match con la Juve si è tornati al 3-5-2. Che sia un indizio per la gara di lunedì a Verona? Non è da escluderlo, anche se i veneti giocano con il 3-4-2-1 e, dunque, in teoria sarebbe più indicato confermare la difesa a 4 per contrastare l’unica vera punta e non soffrire le incursioni dei due trequartisti. Bisognerà stare stretti e compatti, limitando Lazovic e stando ben attenti a non concedere troppo spazio agli esterni, Doig in particolare. Nicola potrebbe cambiare ancora qualcosa anche negli uomini. Bohinen, Bonazzoli, forse Crnigoj potrebbero avere una chance. Il singolo ha la sua importanza, ma la mentalità e l’atteggiamento fanno la differenza il più delle volte, specie quando si disputano partite che possono essere etichettate come scontri diretti. A Lecce la Salernitana piacque perché seppe essere squadra a tuttotondo. A Verona bisognerà ripetere e migliorare quel tipo di prestazione. In trasferta, quando si può giocare di rimessa, se si riesce a restare corti e compatti, si può colpire meglio l’avversario. Di sicuro, al Verona non bisognerà concedere la profondità perché Lasagna e compagni possono esaltarsi se possono attaccare la difesa alle spalle. Febbraio è un mese molto importante. Verona fuori, Lazio e Monza in casa. E’ il momento di fare un ulteriore salto di qualità per lasciare ad altri gli affanni della lotta per non retrocedere. I recuperi di Mazzocchi, Maggiore, Gyomber e Fazio saranno sotto questo aspetto d’aiuto, ma sarà sempre la testa e la capacità di attuare un ben preciso piano tattico la cosa principale.
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