Quanti incroci tra calcio, affari e politica. Berlusconi e Galliani sono di nuovo avversari della Salernitana, come nella stagione ’98- ’99 in cui il loro Milan conquistò sei punti nei due scontri diretti con i granata di Rossi, vincendo anche lo scudetto con il gran finale, quasi da film, in quel di Perugia. Quel giorno, la Salernitana vide sfumare la salvezza per effetto del pareggio di Piacenza, risultato che garantì la permanenza in massima serie al club di Gaucci. Galliani era all’epoca potentissimo dirigente del Milan e persona molto influente presso le istituzioni del calcio, a cominciare dalla Lega di Milano dove ambiva a posti importanti anche Aniello Aliberti, presidente della Salernitana, affascinato dal potere ma determinato a mantenere sempre una certa autonomia. L’arrivo di Buriani a Salerno durante quella stagione fu un segnale di buona volontà, una sorta di apertura per un dialogo che si sarebbe poi interrotto bruscamente nei mesi successivi. Le strade di Galliani e della Salernitana sono tornate ad incrociarsi nell’attuale stagione ben prima del confronto diretto tra i granata ed i brianzoli di Berlusconi. L’ex ad del Milan aveva preso posizione sulla questione relativa alla partita tra Salernitana e Reggiana, schierandosi apertamente a favore del rinvio della stessa. La Reggiana aveva già usufruito del bonus in tal senso e la Lega B aveva manifestato la volontà di seguire protocollo e regolamento covid senza eccezioni. Alla fine la partita non si disputò ed il giudice sportivo assegnò la vittoria a tavolino alla Salernitana. Che Galliani avesse parlato solo per mero spirito sportivo? Chissà. Il Monza ha perso sul campo a Reggio Emilia, ma dopo quella batosta è ripartito ed ora punta alla vetta, sperando di ricevere una spinta in più da Balotelli. Tra Galliani e la proprietà della Salernitana è in atto anche una partita fuori dal campo, legata alla elezione del prossimo presidente di Lega ed ai diritti tv. Sullo sfondo, poi, c’è Silvio Berlusconi, proprietario del Monza e presidente di Forza Italia, partito con cui Claudio Lotito è sceso in campo nelle scorse elezioni politiche e con cui potrebbe riprovarci alla prossima tornata. Tra passato e presente con uno sguardo sempre molto attento al futuro, quella di domani sarà sfida tra proprietari e dirigenti che hanno attraversato più stagioni del calcio italiano e che, sebbene l’età avanzi, sono ancora in prima fila, pronti a combattere per tenere in piedi il sistema calcio, ormai al collasso, e le proprie posizioni acquisite nel tempo. Protagonisti appesantiti ed ingrigiti dal tempo, eppure ancora al centro della scena: fotografia di un sistema che mira sempre più ad autoconservarsi che ad espandersi. La conferma potrebbe arrivare il 22 febbraio quando si dovrà eleggere il nuovo presidente Figc.
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