Un pareggio nel silenzio o quasi, davanti a 14 mila spettatori, stando al dato ufficiale, anche se molti abbonati hanno disertato come il presidente Iervolino. C’erano il vicepresidente Petrucci e l’ad Milan all’Arechi, mentre sul campo la Salernitana guidata da Colantuono, all’esordio interno dopo il ko di Bologna, regalava due gol al Sassuolo nel finale di un primo tempo pieno di errori e con pochi lampi. Dopo la deviazione sotto porta di Ikwuemesi, sventata da un bel riflesso di Consigli, il 4-3-3 proposto dal tecnico granata ha perso ordine e raziocinio, offrendo il fianco alla letale ripartenza della squadra di Ballardini che ha portato al gol di Laurienté, dopo che pochi minuti prima era stato annullato per fuorigioco quello di Pinamonti. Non che fino a quel momento gli ospiti avessero fatto qualcosa di meglio. La partita ha rispecchiato nel complesso la classifica delle due squadre e, dunque, la pochezza tecnica espressa in campo è stata anche il frutto di una sorta di esasperazione della frustrazione, della paura e della rassegnazione di chi è ultimo in classifica a causa dei suoi enormi demeriti e l’ansia di non dover sbagliare di chi è penultimo. Insomma, non c’era molto da aspettarsi ed infatti la partita è stata vissuta anche dai presenti sugli spalti come un’occasione per far sentire a squadra e società la delusione ed il malcontento per una stagione indecorosa. Il gol del raddoppio ospite è l’emblema della stagione granata. Una sorta di incomunicabilità diffusa e inscalfibile, un muro di gomma in cui nemmeno la contestazione sembra aver fatto breccia. Nella ripresa sono arrivati i gol di Candreva su rigore e di Maggiore in pieno recupero per un pareggio che nulla aggiunge alla deludente stagione granata e che sa di beffa per il Sassuolo che rischia grosso ora più che mai. Iervolino non c’era e dalla società non arrivano certo parole in grado di fugare tutti i dubbi sul futuro. Che sia una fase di riflessione è evidente, ma sarà importante chiuderla il prima possibile e con decisioni chiare e nell’interesse del club. Ieri in tribuna c’era il ds del Napoli ed ex calciatore granata, Mauro Meluso, che a giugno dovrebbe salutare il club azzurro. Meluso ha osservato con attenzione Zanoli, entrato nella ripresa, che è di proprietà del Napoli, ma anche altri calciatori, come Coulibaly e Pinamonti e, magari, Tchaouna per il quale la Salernitana ha già ricevuto diversi sondaggi. Con una retrocessione quasi autoinflittasi, la Salernitana dovrebbe ora aver solo voglia di riscatto. Sui programmi e sulle ambizioni del club, però, non si hanno certezze. Iervolino riflette, dopo aver confezionato errori su errori in questa sciagurata stagione. Tutti responsabili, non solo il presidente, è chiaro ma è proprio il numero uno del club che deve ora dare le risposte attese dai tifosi. In presenza di offerte serie, Iervolino passerebbe la mano ben volentieri. Ma se non arrivassero offerte adeguate, allora cosa farebbe? Rilancio o galleggiamento? Programmazione o improvvisazione? L’Arechi un anno fa applaudiva la squadra ed il presidente, al Mary Rosy c’erano tantissimi bambini a caccia di foto ed autografi. Un patrimonio di passione ed entusiasmo è stato disperso ed è questa la minusvalenza più deleteria per la Salernitana di cui proprietà, dirigenza e squadra sono responsabili. Non è più una questione di dignità, quella ormai s’è persa. E’ una questione di amore per la città e per la maglia. Quello che è mancato a tutti i livelli. Quando si tratta d’amore, non si può bluffare in eterno.
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