SALERNITANA: SEGNALI DI RESA

La classifica non ha emesso sentenze definitive. Gli episodi forse si. Noi speriamo di no. La sciagurata stagione della Salernitana si racchiude tutta nell’arco di un solo giro di lancette. Dall’inzuccata di Iacoponi all’ultimo minuto dei quattro di recupero all’occasionissima di Massimo Coda pochi secondi dopo. Il primo ha messo a segno il gol dell’immeritato pareggio dei liguri in Zona Cesarini. L’attaccante granata ha ciabattato un rigore in movimento, esaltando la prestazione di Iacobucci e strozzando in gola l’urlo del gol agli oltre novemila spettatori presenti all’Arechi nonostante il turno infrasettimanale. Nonostante il penultimo posto in classifica. Nonostante lo spettro retrocessione che si sta materializzando gara dopo gara. Ogni partita dovrebbe essere l’ultima spiaggia, la finale, quella della svolta, del dentro o fuori e puntualmente ogni match si trasforma in un “rimandati alla prossima”.

Per fortuna, come dicevamo, la graduatoria, sebbene impietosa, lascia ancora aperta più di una chance per i granata. Il distacco dai play out resta lo stesso, così come quello dalla salvezza diretta. Dai tre ai cinque punti c’è l’inferno e il paradiso, passando o bypassando il purgatorio degli spareggi salvezza. La distanza è la stessa, ma c’è una gara in meno a disposizione dell’undici di Menichini. Meno tredici al termine. Per mantenere la categoria ci vorranno altri 23 punti, o poco meno. Fin qui il dato, i numeri, le statistiche. Ma c’è qualcosa che serpeggia e che potrebbe essere letale per squadra e ambiente. I segnali. Tutt’altro che positivi. La squadra, costruita male, falcidiata da infortuni, tecnicamente mediocre, è stata rivoltata come un calzino a gennaio. Non solo. C’è stato anche il ribaltone tecnico. Via Torrente dentro Menichini. Purtroppo però la musica, in termini di risultati, non è cambiata. Anzi. Paradossalmente è stato anche peggio per certi aspetti: la Salernitana sta mostrando un certo piglio, anche uno straccio di identità se vogliamo. Ma i numeri restano impietosi. C’è di più. Ci sono segnali come quelli di ieri sera all’Arechi. Il colpo di testa di Iacoponi che permette all’Entella di pareggiare sul filo di lana, peraltro in inferiorità numerica è di quelli da ko. E pensare che un attimo dopo, giusto il tempo di battere la palla al centro, i granata con la forza della disperazione erano stati capaci di confezionare un’autentica palla gol per Massimo Coda. Se anche il bomber della squadra, però è capace di lasciarsi ipnotizzare da Iacobucci, ciabattando un rigore in movimento allora capisci che l’annata è di quelle storte. In un giro di lancette il destino della Salernitana. Avesse fatto gol Coda, sarebbe stato un terremoto all’Arechi, la squadra incassava la prima meritata vittoria della gestione Menichini ed affrontava le ultime tredici gare del campionato con ben altro spessore. Oggi purtroppo le cose sono diverse. Volendo guardare la cabala, poi, basta vedere come sono andate le cose: ieri mattina il bus del Cstp numero 17 si è fermato a pochi centimetri dalla voragine apertasi in via Marino Paglia. Mentre il “Bus” della Salernitana, con la maglia numero 17, ha segnato un gran bel gol che ha illuso i granata fino a pochi centimetri dalla fine, pardon secondi, dall’incornata di Iacoponi.

 

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta