SALERNITANA SOTTO CONTROLLO. SABATO LA RIPRESA?

Tutti sotto controllo. Dalle 11 fino a mezzogiorno e mezzo, i tesserati della Salernitana si sono presentati ieri al Mary Rosy. Controlli medici serrati per staff e giocatori. Tutto con lo scopo di contenere il rischio di diffusione del coronavirus. Misurazione della temperatura corporea, verifica della sussistenza dello stato di buona salute, colloqui con lo staff sanitario per segnalare presenza di eventuali difficoltà respiratorie, prima «spia» di malessere. Tutta la salernitana sotto controllo: calciatori, tecnici, dirigenti, accompagnatori, dipendenti e collaboratori.

I controlli giornalieri non saranno ovviamente interrotti sabato prossimo, il 14 marzo, giorno indicato dal club granata per la ripresa degli allenamenti che si svolgeranno a porte chiuse. Sempre che dal governo del calcio non arrivi qualche altra decisione. Soprattutto dopo il caso Rugani. Del resto, di questi tempi, si naviga a vista ed il club granata resta alla finestra. Nel frattempo l’Oms dichiara pandemia e la Lega A, attraverso una nota stampa, «consiglia alle società non impegnate nelle coppe europee di non allenarsi per sette giorni». La Lega B, che domani ha fissato una nuova riunione per capire in che modo proseguire il campionato, ha inserito test e controlli sanitari tra le «prescrizioni e raccomandazioni» rivolte ai propri club. Lo ha fatto attraverso il comunicato stampa che è servito innanzitutto a formalizzare il blocco del torneo cadetto e delle attività giovanili.

Il centravanti Djuric è infortunato, come il centrocampista Di Tacchio. A patto che il campionato riprenda dopo il 3 aprile, saranno giocatori «nuovi» e pronti all’uso, da riconsegnare a Ventura. La Salernitana, però, si era già «portata avanti con il lavoro», aveva già applicato il protocollo da qualche giorno: dapprima la riunione informativa, poi la diffusione del documento interno con le istruzioni sui controlli da effettuare, i divieti (locali, bar, ristoranti, centri commerciali) da rispettare, gli obblighi (restare nel proprio domicilio, spostarsi solo per cause di forza maggiore, dopo averlo comunicato e previa autorizzazione della società). In questi giorni di allerta, comunicazioni e precauzioni ad oltranza, cambia lo stile di vita di tutti e una squadra di calcio non fa eccezione. Dopo le «comunicazioni di servizio» diffuse dalla società, i calciatori con qualche anno in più di partite nelle gambe hanno parlato ai più giovani: i calciatori non sono immuni, i casi recenti insegnano purtroppo.

Autore dell'articolo: Eugenio Marotta