SALERNITANA: UNA SVOLTA… NORMALE PER UN FUTURO MIGLIORE

La Salernitana prova a svoltare dandosi un tocco di normalità. Decidere per tempo la sede del ritiro, fissare il budget e gli obiettivi non sono che operazioni semplici ed indispensabili al tempo stesso e rientrano nell’ottica di quella famosa programmazione che negli ultimi tre anni non è stata sempre al centro dell’attenzione. Confermati da tempo Fabiani e Colantuono, non resta che mettere mano alla squadra visto che la logistica non può non rientrare nell’ordinaria amministrazione. Lotito e Mezzaroma sanno bene che Salerno è una piazza appassionata ed esigente che, dopo tre campionati non certo entusiasmanti in B, ha bisogno di nuovi stimoli e di nuovi obiettivi. La circostanza che la prossima stagione si concluderà a ridosso del centenario non fa che aumentare le attese e le aspettative, anche se vogliamo pensare che, anche in assenza di tale ricorrenza, ci sarebbe stato uno slancio, un cambio di orizzonti. La tifoseria chiede di poter sognare, di tornare ad entusiasmarsi per una squadra che, al di là dei risultati, sia anche in grado di divertire, magari mettendo in risalto giocatori giovani che possano consacrarsi proprio a Salerno, ripercorrendo le orme di tanti illustri predecessori. La normalità, a volte, crea meraviglia, fa notizia. Quando ciò accade, non è buon segno perchè significa che si è stati costretti per troppo tempo a vivere nella precarietà. Tanti club neopromossi in B hanno subito dato l’assalto alla massima serie o quanto meno raggiunto i playoff, mentre la Salernitana è rimasta sempre nelle retrovie. Non certo una situazione normale se si considerano le potenzialità e la passione della piazza granata. La normalità è quasi presentata come una concessione, un atto di generosità. Comunque sia, ci si augura che la Salernitana possa davvero competere per il vertice, rompendo argini e barriere in cui si è volontariamente rinchiusa ed aprendosi ad un rapporto più genuino con la gente e predisponendo iniziative tese a fidelizzare le giovani generazioni. Aprire le porte degli allenamenti ai piccoli tifosi per una foto ricordo, un autografo o quattro calci al pallone con i calciatori della prima squadra potrebbe essere un’altra svolta all’insegna della normalità.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto