Si giocava alle 15, ma ben presto sull’Arechi ieri è calata una sinistra oscurità. E nemmeno le luci dei riflettori l’hanno attenuata, perché il buio che attanagliava i presenti allo stadio era uno stato d’animo. Le tenebre sono ormai la cornice in cui la Salernitana vive da tempo, troppo tempo, perché il trust, l’incertezza sul futuro, la non trasparenza nella gestione del club e della trattativa che dovrebbe portare al passaggio di consegne, i prezzi fuori logica fissati per la prossima gara interna, quella con la Juventus, le scelte tecniche, le prestazioni, i risultati, la divisione in curva tra chi contesta il diesse Fabiani e chi no, insomma Salerno e la Salernitana sono in corto circuito. Non c’è niente da salvare. Onestamente, nemmeno la dignità. Perché, purtroppo, anche questa è stata persa. Non dalla città nella sua interezza, ovviamente, ma da parte di chi ha voluto nascondere la polvere sotto il tappeto. Il trust è la punta di un iceberg che, nonostante il riscaldamento del globo, a Salerno non si è sciolto. Anzi. E’ notte fonda per la squadra che riflette e traduce sul campo tutti i limiti e le difficoltà, gli uni e le altre da qualcuno anche paventate a suo tempo, della situazione in cui ci si è infilati. Buco nero, imbuto cosmico: a prescindere da come lo si voglia chiamare, siamo al cospetto di un disastro annunciato o quanto meno prevedibile perché chi all’epoca metteva in dubbio l’opportunità e la bontà del trust non era un gufo, ma semplicemente esprimeva dubbi e remore suggeriti dal buonsenso. Un senso a tutto questo che sta accadendo ancora si fa fatica a trovarlo ed intanto nemmeno il cambio in panchina è servito a risollevare le sorti di una squadra inadeguata per la serie A e che venerdì dovrà affrontare in trasferta il Cagliari, coinquilino di lusso dell’ultima piazza in classifica. Una partita molto importante che, si spera, possa avere un esito positivo. A questo punto della stagione, però, serve davvero un miracolo e, soprattutto, una vera svolta societaria. Il cinque dicembre è dietro l’angolo. Si spera che il prossimo comunicato non richieda interpretazioni, ma dia notizie certe e definitive.
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