SALERNITANA: VINCERE CONTRO L’EMERGENZA, MA SERVONO ANCHE SEGNALI FORTI DALLA PROPRIETA’ PER IL FUTURO

La prima di tre gare in sette giorni è sempre la più importante perchè può dare lo slancio per affrontare al meglio le successive, nonostante gli acciacchi e la stanchezza. E la Salernitana ne sa qualcosa vista l’esiguità della rosa, situazione, per la verità, non nuova che si ripropone ad ogni cambio di stagione, specie in autunno. Perso per strada anche Giannetti, calciatore non più giovanissimo e di primo pelo, che per troppa voglia, come ha spiegato Ventura, ha sottovalutato l’allarme lanciato dal suo adduttore, la Salernitana torna al passato ed alla coppia Jallow- Djuric, su cui scommise nell’estate 2018 e che in questa stagione non è mai stata proposta dal primo minuto. Tra rivoluzione e ritorno al passato, però, c’è di mezzo il bene più importante che non va mai perso di vista. La crescita del gruppo va, ora più che mai, di pari passo con i punti conquistati perchè in un momento di grande difficoltà sotto l’aspetto delle risorse umane a disposizione è innegabile che proprio i risultati siano indispensabili dispensatori di ottimismo e di autostima. Il gioco c’è, anche se magari solo a tratti, manca la concretezza, la sintesi in un certo senso tra la ricerca di una strada, che Ventura ha indicato chiaramente ai suoi, ed il raggiungimento di un risultato anche nell’immediato. La gara col Perugia è l’ennesimo esame da grande per la Salernitana, che in casa non vince da due mesi e che oggi, pur in emergenza, è chiamata a fare qualcosa di importante sotto l’aspetto della prestazione di squadra per superare un avversario validissimo e quell’emergenza così fastidiosa nella sua cinica puntualità che neanche la rivoluzione estiva di Ventura è riuscita, per ora, a debellare. Riseminato il campo del Mary Rosy, la società dovrebbe guardare oltre e dotarsi di un vero e proprio centro sportivo, che sia di proprietà e che possa ospitare anche l’attività del settore giovanile a cui Ventura ha teso la mano, citando il capitano della Primavera, Mattia Novella, che potrebbe essere aggregato alla prima squadra a causa dell’emergenza in difesa ma anche per provare a completare quel percorso di crescita che, finora, è rimasto a metà per la quasi totalità dei suoi compagni, visto che dalle giovanili alla prima squadra non c’è stato un passaggio proficuo e continuo, quel travaso di linfa nuova e vitale che dovrebbe essere la regola e non l’eccezione. Svincolare ogni anno decine e decine di calciatori, ricominciare quasi sempre da zero col reclutamento dei ragazzi per la composizione delle squadre, non avere ancora investito in maniera forte sui tecnici a cui affidare la crescita dei giovani sono, insieme alla mancanza di una struttura di proprietà che risolva una volta e per sempre il problema dei campi, aspetti che non consentono alla Salernitana di poter creare basi solide per il futuro, al di là delle plusvalenze realizzate con l’intervento della Lazio come nei casi di Sprocati e Casasola. Vincere oggi col Perugia sarebbe importantissimo per la classifica e per il morale, ma al gruppo di Ventura, già ora, bisogna dare atto di aver fatto molto. Il resto, oltre al lavoro quotidiano del tecnico e della squadra, dovrà farlo la società, meglio la proprietà che, da tempo, ha scelto il basso profilo, colmando lunghi periodi di assenze con atti di presenza alquanto fugaci e, soprattutto, non sostanziati da fatti concreti. Serve un progetto vero e concreto per dare a Salerno una prospettiva ed una meta finale e dare un senso ed un valore al lavoro del campo. Su questo non si può transigere, da questo non si può derogare. Il consenso va guadagnato, non preteso a prescindere.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto